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Eserciziario per OSS 1

DOMANDE & RISPOSTE > Occasionali e rare > 1° Parte

Prova orale ASL 8 Cagliari
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :
La rilevazione della temperatura e sue modalità:




La temperatura corporea indica la normale termoregolazione corporea : la produzione di calore si mantiene uguale alla perdita. E' uno dei parametri vitali in grado di fornire all'equipe assistenziale un dato obiettivo sulla situazione del paziente. Pur sembrando una tecnica molto semplice, la misurazione della temperatura corporea richiede molta attenzione, in quanto tale parametro può predire lo stato di salute della persona malata.
La temperatura va rilevata al momento della presa in carico e, in regime del ricovero istituzionale.

Sedi di misurazione

La rilevazione di un rialzo della temperatura corporea può avvenire all'esterno per via cutanea (come nel cavo ascellare o inguinale e a livello frontale) o all'interno (nel retto, nel cavo orale e nell'orecchio). La misurazione per via ascellare è molto diffusa, ma può fornire talora valori variabili in quanto misura la temperatura della pelle che è influenzata da fattori esterni (sudorazione, ipertermia, ecc.) e dal posizionamento dello strumento. In effetti la rilevazione a tale livello non fornisce realmente l'esatta temperatura corporea, poiché nella cute avvengono scambi termici che possono falsare il risultato. Ciò è quello che succede quando si ha la febbre: in tal caso il corpo mette in atto dei meccanismi per raffreddare il corpo (ecco perché si hanno i brividi di freddo), che avvengono soprattutto a livello della circolazione sanguigna sottocutanea (vasocostrizione per evitare la dispersione di calore all'esterno), di conseguenza la temperatura cutanea sarà più bassa di quella interna. La misurazione per via ascellare ha, inoltre, lo svantaggio di richiedere tempi di rilevazione piuttosto lunghi (fino a dieci minuti con il termometro classico) e di costringere il paziente a stare immobile, cosa non sempre così fattibile nei bambini piccoli e agitati o nei soggetti con problemi fisici. Indipendentemente dal tipo di termometro che si usa è opportuno pulire e asciugare bene la cute sotto l'ascella, l'inguine e la fronte prima di passare alla rilevazione della temperatura per via cutanea. Si parla di febbre quando la temperatura è superiore a 37 °C La temperatura interna orale o rettale, invece, è più precisa e indicativa in quanto più vicina a quella centrale e meno influenzata dall'ambiente esterno. Richiede tempi di misurazione inferiori (circa tre minuti col termometro tradizionale e meno di un minuto con quello digitale) e generalmente la si pratica con un termometro prismatico, perché i termometri a bulbo più lungo hanno un'estremità più acuta e più fragile. Per quanto concerne la temperatura orale, il termometro va posto in contatto con la mucosa sublinguale mantenendo la bocca chiusa per tutta la durata della misurazione. È possibile eseguire questa modalità di rilevazione solo se il paziente è in grado di tenere fermo il termometro in bocca senza avere colpi di tosse o vomito. In questo caso i valori sono considerati normali quando sono compresi in un intervallo di temperatura tra i 35,5 e i 37,5 °C. La temperatura rettale fornisce risultati più accurati poiché rispecchia bene la temperatura centrale, ma il metodo è poco igienico, poco gradevole e invasivo. Tuttavia per i neonati la misurazione rettale viene considerata più pratica e appropriata. Per rendere meno traumatica l'introduzione del termometro nel retto è consigliato lubrificare il suo bulbo con vaselina o prodotti come lidofast o luan. Si parla di febbre quando la temperatura supera i 38 °C. Tale procedura può non fornire risultati attendibili se vi sono disturbi intestinali come stitichezza, diarrea, emorroidi o infiammazioni della zona anale. La temperatura auricolare è circa mezzo grado più alta di quella esterna e rispecchia bene la temperatura ipotalamica, sede del centro della termoregolazione. La misurazione è rapida, comoda e innocua perché non richiede particolare collaborazione da parte del soggetto. Quando la temperatura supera i 38 °C si è in uno stato febbrile.
Ricapitolando il Range di normalità: compresa tra 36,5 e 37,5 misurata oralmente; rettale è superiore di 0,6 °C; ascellare è inferiore di 0,6°C; auricolare è superiore di 0,5°C .

Ambito di competenza
La rilevazione è eseguibile dall'OSS.
L'OSS informa l'infermiere o il medico su valori di temperatura corporea superiori a 38°C .
Gli obiettivi della procedura
Ottenere dati di base relativi alla temperatura corporea
Rilevare alterazioni della temperatura corporea
Valutare la risposta della persona a trattamenti terapeutici e diagnostici.
Valutare il progredire dello stato di salute del paziente in rapporto alle variazioni della temperatura corporea.
Monitorare quotidianamente a orari fissi la temperatura corporea.
Al fine di verificare le variazioni della temperatura corporea, le rivelazioni vanno accuratamente registrate su appositi grafici.
Alcuni consigli per una corretta misurazione della temperatura del corpo
Accertarsi del grado di mobilità, stato di coscienza del paziente.
Per evitare errori durante la misurazione della temperatura occorre sempre tener conto del metodo utilizzato.
È perciò buona norma misurare la temperatura corporea di ciascun paziente in stato di salute ottimale e in condizioni costanti: stesso termometro, stesso sito di rilevazione, stesso luogo e stesso orario. In linea di massima la temperatura corporea va misurata un paio di volte al giorno e non di più per non innervosire o preoccupare maggiormente il soggetto in questione. Gli orari più indicati sono la mattina al risveglio e il tardo pomeriggio, considerando che alla sera la temperatura è in genere più alta di un grado. Non si dovrebbe mai eseguire la misurazione vicino ai pasti, subito dopo aver bevuto liquidi molto caldi o freddi, dopo avere fumato una sigaretta o dopo l'esercizio fisico. Quando si verifica un innalzamento importante della temperatura è utile monitorare più di due volte la febbre durante la giornata fino a quando i valori tornano a essere normali. Bisogna sempre ricordare che la temperatura non è uguale in tutte le sedi del corpo, ma si differenzia a seconda del sito di rilevazione (frontale, orale, ascellare, rettale, timpanico).La temperatura corporea rilevata da un termometro elettronico non può essere paragonata con quella ottenuta con uno strumento al mercurio e più in generale con quella di un dispositivo diverso, poiché ognuno possiede un'area di misurazione specifica e si avvale di una differente tecnica per ottenere la temperatura. Di conseguenza è opportuno considerare che ogni termometro possiede un sistema di riferimento a sé stante e non comparabile con quello degli altri .

Materiale occorrente
Termometro appropriato, guanti, guaine monouso, lubrificante per misurazione rettale, garza o fazzoletti di carta,penna e modulo registrazione parametri vitali.
Il tradizionale termometro di vetro al mercurio, che è stato inventato da Galileo Galilei, è attualmente lo strumento più impiegato per la misurazione della temperatura corporea in virtù del fatto che offre alcuni vantaggi fra i quali il basso prezzo, misurazioni accurate, efficienza e affidabilità. Dispone di una scala graduata che va da 35 a 42 °C e consente di valutare il decimo di grado
Sebbene sia lo strumento più utilizzato, offrendo un riferimento sicuro, il termometro tradizionale ha anche alcuni svantaggi legati alla lentezza della misurazione, alla fragilità, ma principalmente alla tossicità del mercurio e alle difficoltà legate al suo smaltimento. Tuttavia la Comunità Europea sta già prendendo dei provvedimenti per ridurre le emissioni e l'utilizzazione: verrà vietata la produzione dei termometri al mercurio entro il 2010
Negli ultimi anni i termometri elettronici sono stati protagonisti di una crescente diffusione e negli anni futuri andranno a sostituire quelli contenenti mercurio, in quanto risultano più veloci, pratici e con buona affidabilità. Tali strumenti, appena acquistati, devono sempre essere tarati sulla persona non malata per poter prendere come riferimento la temperatura alla quale si è senza febbre.





Termometri in commercio
Termometro
Descrizione
Termometro Clinico
Termometro di vetro a mercurio di tipo ovate con colore del capillare blu. Campo di misurazione: da 35 °C a 42 °C.
Termometro Kramer Prismatico
Termometro a bulbo corto di massima precisione per la misurazione rettale ed orale
Termometro Clinico ecologico
Termometro che elimina la problematica sullo smaltimento dei termometri al mercurio, in quanto risulta essere atossico. Al suo interno contiene una miscela di Indio e Gallio. Campo di misurazione: 35/42 °C
Termometro digitale
Dotato di maxi display per agevolare la lettura. Particolarmente indicato in pediatria, poiché non presenta rischi di rottura e di tossicità. È impermeabile all'acqua; possiede la memoria dell'ultima misurazione; si spegne da solo e ha un indicatore automatico di fine misurazione.
Termometro elettronico digitale parlante
Si tratta di un termometro speciale concepito per i non vedenti. Attraverso un segnale acustico di fine misurazione e una voce elettronica è possibile sapere il valore in gradi della temperatura corporea rilevata. Lo strumento possiede un tasto (speaker) che può essere pressato per riascoltare la misurazione effettuata e un display di facile lettura. Caratteristiche generali: campo di misurazione da 32 °C a 41,9 °C Precisione: ±0,1° tra 36 e 38,5 °C e ± 0,2° tra 32 e 35,9 °C e tra 38,6 e 41,9 °C Sonda flessibile Memoria dell'ultima misurazione Si spegne automaticamente dopo circa otto minuti Resistente all'acqua Confezione con indicazioni in scritta Braille per non vedenti
Termometro frontale ad infrarossi
II sensore a infrarossi misura la temperatura direttamente dalla superfìcie della fronte. Rileva, in tre secondi, il calore del sangue nell'arteria temporale. Il range di misurazione è tra i 20,0 °C ed i 42,2 °C. Un segnale acustico avverte l'avvenuta lettura. La misurazione può essere effettuata anche durante il sonno del neonato. Lo strumento può essere usato anche per rilevare il grado di calore del latte nel biberon e dell'acqua del bagnetto.
Termometro auricolare a infrarossi
Si tratta di un termometro digitale auricolare che misura, in un secondo, i raggi infrarossi generati dalla membrana timpanica e dal timpano. Un microprocessore interno calcola l'esatta temperatura corporea e la evidenzia direttamente in cifre sul grande display digitale. Emette un segnale luminoso ed un beep per confermare l'accuratezza della misurazione effettuata. Inoltre avvisa se il termometro non è in posizione corretta. Possiede, infine, una funzione di memoria che è in grado di registrare fino ad otto misurazioni




Le modalità di misurazione della temperatura ascellare con il termometro clinico.
E' necessario preparare:
Termometro clinico
Garze;
Le azioni da compiere
Per le seguenti motivazioni
1) lavare le mani;

2) Informare la persona su ciò che viene fatto e chiederle di assumere ( o aiutarla a farlo) una posizione confortevole;
Un'informazione adeguata facilita la collaborazione della persona e conseguentemente una corretta rilevazione del parametro considerato
3) Togliere il termometro dal contenitore. Se è stato immerso nel disinfettante risciacquarlo in acqua fredda e asciugarne la punta con una garza;
Il disinfettante impiegato per la disinfezione del termometro può irritare la cute. Non va utilizzata l'acqua calda perché può provocare la dilatazione del mercurio e la conseguente rottura del termometro.
4) Scuotere il termometro per far abbassare la colonnina di mercurio al di sotto di 35 °C, scoprire l'ascella e asciugarla tamponando e non strofinando con una salvietta;
Il mercurio deve essere al di sotto della temperatura della persona: se la colonnina non è abbassata, la misurazione può essere falsata. Lo strofinamento produce calore e ciò può alterare il risultato della misurazione.
5) Posizionare bene il bulbo del termometro sotto l'ascella ( facendo attenzione a non scoprire il paziente più del necessario ) e successivamente il braccio del paziente sul torace ( se il paziente non è collaborante mantenergli il braccio sul torace). Attendere il tempo necessario (5 - 7 minuti) e togliere il termometro;
Questa posizione consente di mantenere correttamente in sede il termometro.
6)Annotare la temperatura rilevata e riposizionare la persona se necessario;

7) Procedere alla pulizia e disinfezione del termometro, riporre il materiale utilizzato ed eliminare i rifiuti;

7) Lavare le mani

8) Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38°














Le modalità di misurazione della temperatura orale con il termometro clinico.
E' necessario preparare:
Termometro clinico
Garze;
Le azioni da compiere
Per le seguenti motivazioni
1) lavare le mani;

2) Informare la persona su ciò che viene fatto e chiederle di assumere ( o aiutarla a farlo) una posizione confortevole;
Un'informazione adeguata facilita la collaborazione della persona e conseguentemente una corretta rilevazione del parametro considerato
3) Togliere il termometro dal contenitore. Se è stato immerso nel disinfettante risciacquarlo in acqua fredda e asciugarne la punta con una garza;
Il disinfettante impiegato per la disinfezione del termometro può irritare la cute. Non va utilizzata l'acqua calda perché può provocare la dilatazione del mercurio e la conseguente rottura del termometro.
4) Scuotere il termometro per far abbassare la colonnina di mercurio al di sotto di 35 °C,controllare che il mercurio si trovi dentro il bulbo;Far aprire la bocca al paziente . Controllare che no vi siano processi infiammatori in bocca.
Il mercurio deve essere al di sotto della temperatura della persona: se la colonnina non è abbassata, la misurazione può essere falsata. Lo strofinamento produce calore e ciò può alterare il risultato della misurazione.
5) Posizionare bene il bulbo del termometro sotto la lingua del paziente. Far chiudere le labbra al soggetto.Attendere il tempo necessario (5 - 7 minuti) e togliere il termometro;
Poiché la temperatura nel cavo orale non è uniforme, è necessario sapere dove collocare esattamente il bulbo del termometro: esso va posto sotto la lingua del paziente, tra la base della lingua e il frenulo.
6)Togliere il termometro, asciugarlo e leggere la temperatura. Annotare la temperatura rilevata e riposizionare la persona se necessario;

7) Procedere alla pulizia e disinfezione del termometro, riporre il materiale utilizzato ed eliminare i rifiuti;

7) Lavare le mani

8) Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38°

















Misurazione della temperatura corporea auricolare
L'orecchio rappresenta il punto ideale per la misurazione della temperatura corporea in quanto il timpano rileva in tempo reale i cambiamenti della temperatura trasmessi dall'ipotalamo, la ghiandola del cervello responsabile del controllo della temperatura corporea. In tutti gli altri punti di misurazione la temperatura corporea varia con un ritardo temporale. Non è quindi corretta la comparazione tra la misurazione all'orecchio e quella orale o ascellare o rettale. Questo metodo è particolarmente indicato nei bambini e in qualsiasi situazione dove sia necessario ridurre i tempi di rilevazione.
Procedura
Lavarsi le mani.
Far assumere al soggetto una posizione comoda.
Coprire la punta della sonda con un cappuccio monouso.
Inserire la sonda nel canale auricolare in modo da otturare perfettamente l'apertura ( non è necessario fare pressione)
Per i bambini otturare la parte esterna del canale.
Chiedere al paziente di limitare i movimenti della testa mentre si rileva la temperatura.
Rimuovere la sonda dall'orecchio non appena si sente il segnale sonoro.
Rilevare la temperatura.
Eliminare il cappuccio monouso.
Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38

Misurazione della temperatura corporea con termometri chimici.
Questi tipi di termometro, contenenti una sostanza chimica che cambia colore al variare della temperatura, hanno il vantaggio di ridurre i tempi di rilevazione e di essere monouso.
Procedura
Lavarsi le mani.
Porre il termometro monouso nella zona di rilevazione.
Attendere qualche minuto (consultare il foglio illustrativo del termometro)
Rimuovere il termometro e leggere la temperatura controllando le variazioni di colore sulla scala.
Gettare il termometro monouso.
Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38

Misurazione della temperatura rettale
E' un metodo di rilevazione della temperatura interna.
Il termometro va inserito nell'orifizio anale, in direzione dell'ombellico, per 1 Cm nei lattanti, e circa 6-8 mm nell'adulto. Va appoggiato sulla parete del retto al fine di misurare la temperatura del sangue sull'arteria emorroidaria.
Controindicazioni.
Persone agitate o in grado di collaborare.
Alterazioni a carico del retto ( per esempio, emorroidi)
Interventi chirurgici rettali o perianali.
Traumi a carico del retto - ano.
Avvertenza; il termometro può rompersi provocando lesioni a carico del retto e/o ano.

Precauzioni.
Inserire il termometro con cautela con un leggero movimento rotatorio per evitare lesioni.
Rispettare la privacy della persona.
Rispettare scrupolosamente le norme di igiene.
Procedura nell'adulto:
lavare le mani
Informare la persona su ciò che viene fatto e chiederle di assumere ( o aiutarla a farlo) una posizione confortevole
Togliere il termometro dal contenitore. Se è stato immerso nel disinfettante risciacquarlo in acqua fredda e asciugarne la punta con una garza
Scuotere il termometro per far abbassare la colonnina di mercurio al di sotto di 35 °C, controllare che il mercurio si trovi dentro il bulbo; Controllare che non vi siano processi infiammatori nell'ano. Procedere con l'introduzione del termometro nell'ano dopo averlo lubrificato.
Posizionare bene il bulbo del termometro 6 -8 mm all'interno. Attendere il tempo necessario (2 - 4 minuti) e togliere il termometro.
Sfilare il termometro, asciugarlo e leggere la temperatura. Annotare la temperatura rilevata e riposizionare la persona se necessario
Procedere alla pulizia e disinfezione del termometro, riporre il materiale utilizzato ed eliminare i rifiuti
) Lavare le mani
Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38°

Procedura nel lattante :
lavare le mani
Informare la mamma del lattante su ciò che viene fatto
Togliere il termometro dal contenitore. Se è stato immerso nel disinfettante risciacquarlo in acqua fredda e asciugarne la punta con una garza
Scuotere il termometro per far abbassare la colonnina di mercurio al di sotto di 35 °C,controllare che il mercurio si trovi dentro il bulbo; Controllare che non vi siano processi infiammatori nell'ano. Porre il bimbo in posizione supina . Pulirlo se riscontra la presenza di feci.Procedere con l'introduzione del termometro nell'ano dopo averlo lubrificato.
Posizionare bene il bulbo del termometro 1 Cm all'interno. Tenere il bambino per i piedini portandoli verso l'alto. Attendere il tempo necessario (2- 4 minuti) e togliere il termometro.
Sfilare il termometro, asciugarlo e leggere la temperatura. Annotare la temperatura rilevata e riposizionare la persona se necessario
Procedere alla pulizia e disinfezione del termometro, riporre il materiale utilizzato ed eliminare i rifiuti
) Lavare le mani
Avvisare il medico valori T.C. superiori a 38°



Prova orale ASLdi Matera
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :



Preparazione del carrello per poi fare l'igiene al paziente



Preparazione del carrello delle cure igieniche.
Premessa :
Esistono più modelli di carrelli per le cure igieniche. Tutti hanno ripiani per contenere il materiale necessario.
Durante l'esecuzione di tutte le attività dell'O.S.S., il carrello deve rimanere in corridoio.

Obiettivi:
Permettere all'O.S.S. di preparare tutto il materiale necessario per la realizzazione delle cure igieniche.

Azioni:
Alla fine delle cure igieniche provvedere a:
· Disinfezione.
· Lavaggio.
· Decontaminazione del materiale utilizzato.
· Disinfezione completa del carrello.
· Il carrello deve essere rapidamente utilizzabile. Non lasciare del materiale in disordine.
· La disinfezione del carrello ha lo scopo di prevenire le infezioni ospedaliere, dipende dalle linee guida sulla prevenzione delle infezioni proposte dall'ente o dall'unità operativa.
· Il carrello va preparato in una stanza adeguata.

Il contenuto del carrello
Il carrello deve contenere almeno:
· Materiale sterile , pulito.
· Biancheria.
· Disinfettanti, detergenti.
· Sacchetti per i rifiuti.
· Contenitori per gli strumenti utilizzati ( ad esempio in caso di medicazione con l'infermiere)
· Pannoloni.
· Sacche da diuresi.
· Condom.
· Guanti monouso.

Importante:
· Evitare di lasciare i flaconi nelle stanze di degenza , potrebbero essere pericolose per lo stesso paziente.
· Preferire il materiale monouso quando possibile.
· Disinfettare il carrello prima di riordinarlo.





Prova orale ASL 8 Cagliari
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :


EMESI





Il Vomito

Il vomito è un disturbo abbastanza frequente che consiste nell'espulsione violenta dalla bocca del cibo contenuto nello stomaco, mediante compressione addominale ( diaframma e muscoli addominali).
Cause
Nausea e vomito sono la manifestazione di un malessere provocato da tossinfezioni da alimenti avariati o contaminati, quantità eccessiva di cibo ingerito, infezioni batteriche o virali, intolleranze alimentari, chemioterapia ecc.... Anche i forti shock emotivi, l'ansia e lo stress possono provocare il vomito. I farmaci contro il vomito, chiamati anche antiemetici, agiscono semplicemente inibendo l'attività del centro del vomito.

Fase pre-eiettiva: Nausea- Conati
La nausea è una sensazione che si manifesta a ondate e a volte precede il vomito, è uno stato di malessere con una sensazione di sofferenza generale. Il paziente è ipoteso e tachicardico, manifestando aumento della salivazione e pallore.
I conati di vomito sono dovuti alla contrazione della muscolatura respiratoria e precedono o accompagnano il vomito. La persona respira a bocca chiusa, è bradicardica tende ad espandere il torace.
Fase eiettiva: Vomito
Il vomito è il risultato di un complesso meccanismo, regolato da una ''centralina di comando'' "Centro del vomito" collocata in una particolare zona del cervello.Il vomito comporta la perdita di acqua e minerali quali sodio, cloro, potassio. Un solo episodio di vomito non comporta perdite rilevanti, ma se tali episodi ricorrono frequentemente è indispensabile l'intervento del medico per ripristinare l'acqua e i sali persi.
Un vomito persistente determina anche altri problemi:
- denutrizione, poiché impedisce una normale alimentazione;
- emorragia da lacerazione del rivestimento interno "la mucosa" dello stomaco;
- soffocamento e polmoniti (se il vomito è aspirato nelle vie respiratorie), nelle persone con uno stato di incoscienza , come dopo un incidente stradale o un intervento chirurgico.
Se l'infortunato non è cosciente, il vomito può ostruire le vie aeree e portare al soffocamento. Questo pericolo si può evitare ponendo il soggetto in posizione laterale di sicurezza.

Fase post- eiettiva: Debolezza e sonnolenza
Se attraverso il vomito si è eliminata anche la causa che lo ha indotto subentra un periodo di stanchezza e di rilassamento
Tipi di vomito: Centrale e periferico
Vomito centrale si manifesta a getto, senza avere nausea e non è legato al momento del pasto. Le cause possono essere traumi cranici, tumori cerebrali, emorragie cerebrali o anche per acidosi diabetica, insufficienza epatica grave.
Vomito periferico si manifesta con conati e vomito.
Il vomito può avere molte cause, alcune delle quali sono evidentemente legate ad una funzione di difesa dell'organismo: in caso di ingestione di sostanze pericolose o di corpi estranei l'organismo cerca, tramite il vomito, di eliminare ciò che può essere nocivo.

Il vomito si accompagna spesso ad alcuni disturbi dell'apparato digerente (gastroenterite, ulcera, occlusione intestinale, alterazioni della motilità gastro-intestinale, ecc)., ma può anche essere causato da infezioni da batteri e virus. Nei bambini è provocato a volte dalla presenza di una elevata quantità di acetone nel sangue.
Il vomito è molto frequente durante gravidanza, soprattutto nei primi mesi; è un classico disturbo che si verifica nei soggetti affetti di mal di movimento o cinetosi (mal d'auto, di treno, di mare), o in coloro che presentano disturbi al sistema di controllo della posizione del corpo nello spazio.
Il vomito può comparire anche a seguito di stimoli dolorosi o di emozioni violente, oppure dopo un intervento chirurgico.
Assistenza alla persona che vomita
Materiale occorrente
Bacinella o cestino catramato.
Guanti monouso.
Materiale per l'igiene della persona.
Cambio vestiario del paziente.
Cambio biancheria da letto.
Materiale per l'igiene del cavo orale.
Scopo e obiettivi dell'assistenza

Se il paziente vomita i provvedimenti da mettere in atto sono :
Preparare velocemente tutto l'occorrente,: un recipiente per la raccolta del vomito, teli protettivi, fazzoletti di carta;
Indossare i guanti di protezione ;
Far assumere la posizione seduta, semiseduta o, se non possibile, il decubito laterale per far sì che il materiale liquido rimasto in bocca non vada nella vie aere;
Far vomitare il paziente direttamente nel recipiente o nel telo in modo da poter raccogliere e osservare il materiale espulso.
Osservare il materiale vomitato, e se necessario conservarlo per essere ispezionato dal personale medico.
Consentire al paziente l'igiene del cavo orale, del viso e delle mani.
Quindi li possiamo riassumere così:
Rispondere prontamente al bisogno della persona e identificare il livello di coscienza del paziente
Evitare l'inalazione del contenuto gastrico e quindi del vomito.
Assicurare il benessere al paziente facendo l'igiene della persona e il confort ambientale
Collaborare nell'integrare le perdite idroelettrolitiche
Collaborare a garantire un apporto alimentare e monitorare il peso corporeo
Comunicare all'infermiere la modalità di espulsione, la frequenza, la quantità, le caratteristiche, l'odore, i parametri vitali, come si sente il paziente e come si presenta.



Indicazioni
Assistenza ai pazienti non autosufficienti, in particolare in stato di incoscienza.
Assistenza ai pazienti nella fase post operatoria, dopo anestesia.
Collaborare con l'infermiere durante l'assistenza e la rilevazione delle caratteristiche del vomito.

Tecnica di esecuzione
Paziente cosciente
Procurarsi al più presto la bacinella o il cestino catramato e teli per proteggere il letto.
Indossare i guanti.
Posizionare il paziente su un fianco laterale di sicurezza, se non può stare seduto.
Invitare il paziente a rimanere tranquillo e fargli fare dei respiri profondi.
Se paziente post operatorio cercare di contenere la ferita durante i conati di vomito.
Aiutare il paziente nell'eseguire l'igiene della bocca .
Aiutare il paziente nell'igiene personale e nel cambio biancheria personale se necessario.
Cambiare biancheria del letto se sporca.
Controllare quantità e aspetto del vomito.
Lavarsi le mani.
Riordinare e riposizionare l'unità del paziente.
Arieggiare la stanza.
Provvedere allo smaltimento del materiale emesso nei rifiuti patologici, (speciali).

Paziente non cosciente.
Indossare i guanti.
Sollevare leggermente la testa del paziente e girarla di lato per evitare che il vomito occluda le vie respiratorie.
Salvo controindicazioni mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza.
Sistemare un telo o cestino catramato per proteggere la persona e il letto.
Predisporre il materiale per eventuale aspirazione del liquido dalla bocca.
Provvedere all'igiene della persona e al cambio biancheria personale del paziente.
Provvedere al cambio biancheria del letto.
Eseguire un'accurata igiene del cavo orale.
Riposizionare il paziente in decubito laterale, salvo controindicazioni e mettere un telo di protezione sotto il viso, nel caso si pensi che l'episodio si possa riverificare.
Controllare aspetto e quantità del vomito.
Riordinare la stanza e riposizionare unità del paziente. Arieggiare il locale.
Provvedere allo smaltimento del materiale emesso nei rifiuti patologici, (speciali).

Comunicazioni.
Riferire al personale sanitario.
Quantità e aspetto del vomito:
A fondi di caffè, materiale granulare di colore scuro.
Vomito nero, vomito costituito da sangue digerito.
Vomito rosso vivo, vomito contenete sangue non digerito.
Vomito di colore giallastro o verdastro, contenete succhi biliari.
Cibo non digerito.
Privo di odore.
Odore aspro.
Liquido.
Contenete muco o pus.

Comunicare all'infermiere come avviene l'espulsione del vomito:
Se preceduto da nausea.
A getto, il materiale viene bruscamente proiettato fuori dalla bocca può non essere preceduto da nausea.
Vomito asciutto, conati di vomito con sola emissione di gas.
Vomito gravidico, che insorge specialmente nelle prime ore del mattino.


Prova orale ASL 8 Cagliari
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda


COLLABORAZIONE CON L'INFERMIERE NELL'ISOLAMENTO DEL PAZIENTE


OBIETTIVI:
- Proteggere l'utente dal rischio di infezioni nosocomiali
- Evitare che un utente contagioso trasmetta germi patogeni all'ambiente ed ad altri utenti

INDICAZIONI:
Su indicazioni dell'infermiere e del medico
- Persona altamente contagiosa
- Persona immunocompromessa e/o a rischio di infezione
N.B. le vie di trasmissione delle infezioni sono:
- Aerea es. ( T.B.C. , varicella , morbillo)
- Sangue es.( epatite C-B-H.I.V.)
- Orofecale (salmonella, scabbia )
- Cutanea (pediculosi)

MATERIALE:
- Camera singola
- Camici monouso
- Mascherine
- Copricalzari
- Guanti
- Contenitori rifiuti e/o biancheria infetta

TECNICA:
- Il materiale di protezione deve essere posto presso la porta d'accesso della stanza
d'isolamento
- Entrare nella stanza con i presidi di protezione elencato cercando di organizzare e
raggruppare le prestazioni
- Lavarsi le mani prima e dopo essere venuti a contatto con la persona in isolamento
- Limitare le visite ed informarle dei presidi necessari da utilizzare per accedere alla stanza,
sorvegliando circa il loro rispetto. Limitare l'introduzione di oggetti personali
provenientidall'esterno e portati dai visitatori
- L'OSS deve occuparsi del ripristino e riordino dei presidi monouso e dell' adeguato
smaltimento degli stessi
- E' raccomandato un cambio giornaliero della biancheria del letto della persona

IMPORTANTE
- Importante ricordare che l' efficacia della mascherina è al massimo di 3 ore e comunque va
cambiata se si bagna
- Eventuale osservanza di schema dietetico apposito per pazienti immunodepressi (vedi dieta)





Prova orale ASL 8 Cagliari
La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :
Il paziente e l'ospedalizzazione




I PROBLEMI PSICOLOGICI DELLA OSPEDALIZZAZIONE
Nei processi di adattamento (o disadattamento) del malato alla sua situazione morbosa, la eventualità di un ricovero in ospedale costituisce un problema ulteriore, un fattore che complica e aggrava il vissuto di malattia nel paziente stesso ed induce anche reazioni ansiose nel suo ambiente familiare. Il ricovero in ospedale costituisce un problema generale per ogni persona, qualunque sia la sua età e la causa del ricovero: per tutti infatti il distacco dall'ambiente abituale, la separazione dai familiari, l'inserimento in un ambiente pieno di persone bisognose o sofferenti, costituisce un trauma che può essere più o meno evidente ma che è sempre presente. Il ricoverato non solo interpreta il ricovero come indice di gravità della malattia ma si sente inoltre meno padrone di sé stesso, avverte di essere divenuto dipendente dalle decisioni, dalle cure, dal volere di altri e questa sensazione contribuisce a renderlo più timoroso e più diffidente; occorrerà del tempo perché egli si adatti all'ambiente ospedaliero e cominci a sentirsi protetto e ad avere fiducia. Questo processo di disadattamento iniziale, che è normale e comprensibile, può essere reso più semplice e più breve o - al contrario- più complicato e prolungato, dal tipo di organizzazione ospedaliera e dal tipo di comportamento del personale assistenziale. Spesso l'organizzazione non tiene conto delle esigenze individuali, è anonima ed impersonale, funziona come una macchina magari perfetta ma del tutto estranea ed incomprensibile al paziente che si sente prigioniero di un ingranaggio sconosciuto; altre volte il personale sanitario ed assistenziale, pur tecnicamente preparato in modo ineccepibile, contribuisce a dare al paziente la sensazione di un rapporto impersonale e standardizzato.

REAZIONI PSICOLOGICHE ALLA MALATTIA E ALL'OSPEDALIZZAZIONE NELL'ADULTO
La malattia, anche nel suo apparire iniziale con i primi sintomi è un evento ansiogeno: l'ansia può generare nella persona tutta una serie di reazioni psicologiche e organiche che hanno lo scopo di cercare l'equilibrio. Una prima reazione, che è normale nel comportamento infantile anche al di fuori della malattia ma che tende a comparire anche nell'adulto quando ha paura dell'evento morboso, è la negazione e cioè la volontà di ignorare la malattia, il non voler rendersi conto delle proprie compromesse condizioni di salute ovvero RIFIUTO. Accanto alle forme di vera e propria negazione possiamo rilevare altre forme di resistenza alla malattia ; in questi casi - a differenza di quelli di negazione - la persona è cosciente di essere affetta da certi sintomi ma continua la sua vita normale come se questi non esistessero. Da ricerche effettuate si è potuto riscontrare che questa "resistenza" alla malattia varia a seconda della personalità individuale e dall'ambiente di appartenenza; per esempio è particolarmente diffusa in certi ambienti tradizionali, come l'ambiente rurale, ove la malattia è equiparata alla fatica e al dolore e ove, quindi, una resistenza ad essa viene valutata positivamente, come indice di forza di carattere. Anche in ambienti del tutto diversi e fra persone di altra preparazione può accadere un fenomeno analogo; è il caso delle persone molto impegnate in ruoli di responsabilità che sono (o si credono) indispensabili e insostituibili e che resistono alla malattia perché cedere ai primi sintomi è percepito come debolezza,e la debolezza è temuta perché contrapposta alle caratteristiche del ruolo di responsabilità che esse occupano. Altre volte la motivazione che sta alla base della resistenza ad accettare la malattia è proprio l'opposto di quelle che abbiamo ricordato: il paziente teme l'ignoto rappresentato dalla diagnosi del medico, oppure nutre una paura magica per gli interventi terapeutici e anche quando il paziente si sarà deciso a recarsi dal medico questa resistenza tornerà a manifestarsi, spesso come negligenza o rifiuto delle cure prescritte. Un tipo di reazione psicologica del tutto opposta è la reazione ipocondriaca: il paziente va dal medico a denunciare dei sintomi non ben chiari, mutevoli, è esageratamente preoccupato per la sua salute, non si dà pace sin quando non ha avuto una diagnosi precisa. Una volta che la malattia si è affermata sicuramente ogni paziente si trova coinvolto in una situazione inquietante a cui reagirà a seconda della sua personalità, in modo attivo o passivo, adeguato o inadeguato. Effettivamente una sofferenza di cui non si conosca la causa è estremamente ansiogena, mentre quando ne è stata diagnosticata l'origine, diviene più sopportabile. Non sempre la diagnosi viene vissuta in modo obiettivo essa infatti , per quanto il medico cerchi di comunicarla in termini oggettivi e comprensibili, potrà assumere un significato particolare per ogni paziente perché egli potrà trarre da fonti inconsce le sue nozioni sulla malattia, che possono perciò essere alterate da tipiche deformazioni infantili. L'influenza di esperienze passate, infatti, può essere tale da impedire la corretta percezione di un fatto attuale. Per esempio se le esperienze precoci hanno messo in contatto un bambino con un invalido, è possibile che egli, anche in età adulta, viva ogni malattia come invalidante. Influssi di carattere inconscio possono intervenire anche nella percezione che il paziente ha dei vari sintomi da cui è affetto. Il dolore, che molto spesso viene considerato come il fatto dominante della malattia, talvolta non viene valutato obiettivamente , ma provoca forti ansie per la sovrapposizione ad esso di profondi timori irrazionali. Il sentimento che si associa al dolore può essere la paura (allora il paziente apparirà estremamente ansioso), la tristezza ( e potrà presentare tratti depressivi) o la collera (si manifesterà in lui la ribellione contro la sofferenza). Reazioni spropositate si verificano talvolta nel caso di emorragie di qualsiasi tipo e questo è comprensibile se si pensa che il sangue viene vissuto come sostanza vitale e quindi una sua perdita può evocare timore di morte. Talvolta poi la presenza del sangue appare minacciosa perché in grado di evocare fantasie inconsce di violenza, inflitte al paziente o dal paziente ad altri. Accade anche che metodi educativi per i quali malattie e interventi medici venivano prospettati dai genitori al bambino come mezzi punitivi, possano aver creato nel paziente concetti distorti che inconsciamente avranno ancora influenza su di lui. Il paziente tende a ritenere che la malattia sia un castigo meritato per qualche sua colpa non ben definita. Questo sentimento di colpa legato ad un bisogno inconscio di espiazione gli renderebbe più difficile la guarigione. (Ossessione religiosa) Un modo opposto di reazione alla malattia è quello di attribuire la colpa agli altri. A volte questo avviene perché il malato non riesce a reggere il peso della malattia e proietta su di altri la responsabilità della sua condizione. può accusare i familiari oppure rivolgersi contro il medico o il personale sanitario incolpandoli di non avere ben compreso la sua malattia o di curarlo in modo errato. Il comportamento migliore nei confronti di questi malati consiste nell'evitare ogni forma di contro-aggressione in risposta alle loro accuse ingiuste. Alcuni pazienti tendono a cadere in uno stato depressivo si abbattano, ritengono che la loro malattia provochi un cambiamento definitivo nella loro vita, Essi non riescono più a fare progetti per il futuro. Molto spesso la depressione è presente anche se il malato tende a nasconderla e apparentemente sembra fiducioso nella guarigione e proteso verso il futuro.

REAZIONI PARTICOLARI DEI PAZIENTI IN RELAZIONE AI SINTOMI
I sintomi hanno valore in sé, per il disagio che comportano, ed anche per il valore simbolico che rivestono. E' noto che ogni organo ed apparato dell'organismo ( e quindi ogni disturbo che riguarda un organo o un apparato) possiede un suo valore simbolico tramandato da sempre nella coscienza e nell'inconscio collettivo. Così, per fare un esempio, il cuore realtà organica della vita, sede simbolica di affetti ed emozioni, possiede agli occhi del malato una moltitudine valori. E' questo il motivo per cui qualunque patologia cardiaca, anche indipendentemente dalla sua gravità obiettiva, tende ad essere percepita sempre come una compromissione grave di tutta l'esistenza o almeno come una situazione che comporta un alto margine di rischio. Lo stesso avviene per quanto riguarda il cervello, sede reale e soprattutto simbolica della ragione, della consapevolezza e del controllo che ogni individuo può esercitare su se stesso e sull'ambiente che lo circonda. Le malattie cerebrali tendono, infatti ad essere percepite come gravi menomazioni che,, lasciano il paziente privo di qualche precedente capacità. anche quando guariscono. Altri organi ed apparati del nostro corpo sono, invece, comunemente percepiti come "marginali" e dissociati rispetto all'intero organismo. Infatti questi organi ed apparati rivestono, a livello inconscio, un minor valore simbolico, e pertanto le malattie, soprattutto in forma lieve, che li colpiscono non vengono caricate dai pazienti di un elevato valore emotivo. (gravità della patologia dell'organo periferico) Altri pregiudizi , profondamente radicati soprattutto in alcune culture, attribuiscono a certe malattie un valore di vera e propria colpa, oppure negano a certe malattie il significato di evento morboso. E' il caso delle malattie genitali maschili ( che si originerebbero solo da eccessi di carattere sessuale) o ,delle malattie ginecologiche più lievi ( che molto spesso non vengono ritenute vere malattie ma "disturbi"). Per alcune malattie, poi esiste un diffuso stereotipo di incurabilità ed inguaribilità. Questo stereotipo resiste anche alla conoscenza dei successi terapeutici che la medicina moderna sta , sia pur lentamente, accumulando in proposito : è il caso dei tumori e delle malattie mentali. In questi casi l'opinione pubblica mantiene un atteggiamento fatalistico, a sfondo nettamente pessimistico, che - si badi bene- pur condizionando il malato, la sua famiglia, il suo entourage, non esclude i tentativi più disparati di guarigione e magari neppure la speranza "magica" riposta in guaritori e ciarlatani. Nelle situazioni di malattia è sempre in atto un certo grado di regressione che rende il malato più dipendente e nello stesso tempo più egocentrico, più timoroso ed attento a tutto ciò che sembra minacciare il suo adattamento. Anche se la malattia raramente mette a rischio la nostra vita essa turba comunque la nostra stabilità emotiva perché sfugge al nostro controllo. Inoltre essa riduce la nostra libertà e la nostra autonomia, ci avvicina all'esperienza del dolore e della sofferenza, al timore della dipendenza, della differenza ed infine come ultima ratio della morte. E' facile sorridere dei timori esagerati dei pazienti, della loro ignoranza in fatto di medicina. E' facile irritarsi per la loro inosservanza delle prescrizioni e per l'insistenza con cui richiedono di essere assistiti non bisogna dimenticare, però, che il comportamento del paziente, con le sue esagerazioni o stranezze, non è altro che la risposta al tipo di assistenza che la società gli offre e a volte al rapporto con i terapeuti. Il rapporto del paziente con i medici e i paramedici non è un fattore irrilevante nella esperienza di malattia. Infatti esso ne costituisce una componente essenziale e può influenzare anche in modo molto sensibile, a volte decisivo, le possibilità del paziente di sopportare la malattia stessa, di capire quel che deve fare, di adattarsi alla sofferenza e di mantenere la speranza nella guarigione. Risulta quindi ovvia la necessità di considerare anche il rapporto degli operatori sanitari con i pazienti nei suoi aspetti psicologici oltre che in quelli organici.





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