L'abc dell'operatore socio sanitario

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Residenza Sanitaria Assistita

l'O.S.S. nei servizi

Protocollo operativo- per Operatore socio sanitario in R.S.A. (residenza sanitaria assistita)
CATEGORIA B – OPERATORE TECNICO CON FUNZIONI DI SUPPORTO
ASSISTENZIALE

Opera nell’ambito di Unità Operative /servizi sulla base di una posizione di lavoro definita.
La posizione di lavoro è quella prevista dalla Categoria B, costituita dall’insieme delle azioni contenute
in questo documento.
Opera in équipe sulla base di una organizzazione del lavoro definita (piano di lavoro/attività).
Il piano di attività è l’elenco delle attività da svolgere nei singoli turni, in autonomia o in
collaborazione con il gruppo professionale.
Osserva protocolli e procedure.

Protocolli:

schema predefinito di comportamento diagnostico-terapeutico-assistenziale, in cui è
presente una sequenza di azioni “prescrittive”, con lo scopo di uniformare i comportamenti degli
operatori, orientarli verso il medesimo risultato e valutare qualitativamente la prestazione
effettuata.
Esempi: protocollo per l’igiene parziale del viso e mani al paziente parzialmente dipendente.
Procedure:
regola scritta di organizzazione che definisce le responsabilità e l'iter da seguire per
raggiungere uno scopo.
Esempi: procedura per il lavaggio dei ferri e per lo smaltimento dei rifiuti.
Comunica all’infermiere quanto sopravviene durante il suo lavoro in quanto ritenuto incidente
sull'assistito e sull’ambiente.
Per quanto riguarda l’ASSISTITO, riferisce se il paziente cade, se vomita, se non si alimenta, se
accusa un malore. Deve comunicare all’infermiere ogni informazione riportata dal
paziente/familiare in quanto potrebbe essere importante.
Per quanto riguarda l’AMBIENTE, riferisce se vede le maniglie di porte e finestre rotte, i lavandini
otturati, le carrozzine inagibili, l’anta dell’armadio rotta, ecc…

In autonomia
secondo quanto descritto in procedure/protocolli aziendali e di Unità Operativa.

Attività Alberghiere

Sanificazione e sanitizzazione degli ambienti.
Pulizia degli ambienti che varia a seconda della tipologia dell’Unità Operativa (blocco operatorio,
degenza, BCM).

SANIFICAZIONE: si intende un insieme di attività tese a rendere l’ambiente sano ed idoneo per
il paziente ed ha come obiettivo la riduzione della carica microbica presente su superfici ed
oggetti.
SANITIZZAZIONE o disinfezione: metodica che si avvale dell’uso di disinfettanti e che ha come
obiettivo quello di ridurre o eliminare i batteri presenti su una determinata superficie.
Rifacimento del letto non occupato e l’igiene dell’unità di vita del paziente (comodino, letto,
apparecchiature, durante ed al termine della degenza).
Il rifacimento del letto al mattino, riordino dopo la colazione e i pasti del comodino, del tavolino e
delle posate. L’operatore tecnico con funzioni di supporto assistenziale si occupa inoltre dell’
igiene del termometro, della padella, dei pappagalli, dei vasi per la diuresi, dei materassi ad acqua,
ecc…
Esegue la locanda al termine della degenza del paziente.
Lo smaltimento della biancheria piana avviene seguendo le indicazioni della ditta appaltatrice.
- 34 - Raccolta e stoccaggio corretto dei rifiuti;
La maggior parte dei rifiuti ospedalieri sono rifiuti “speciali”, non assimilabili agli urbani quindi si
utilizza, per questi, il contenitore giallo.
Il materiale cartaceo è smaltito nel sacco nero. Esistono raccoglitori per i taglienti e aghi.
Predispone l’ambiente e il paziente per il pasto e riordina il materiale utilizzato anche dal
paziente;
Per il paziente allettato: igiene delle mani, posizionarlo semiseduto con il tavolino, le posate, il
bicchiere e la cannuccia, tovagliolo.
Per il paziente in carrozzina: igiene delle mani, accompagnarlo al tavolo con le posate, il bicchiere e
la cannuccia, tovagliolo.
Dopo il pasto, l’operatore tecnico con funzioni di supporto assistenziale si occupa del riordino del
materiale utilizzato per il pasto e del lavaggio delle posate (il monouso si getta). Si preoccupa
inoltre dell’igiene delle mani del paziente.
Provvede al lavaggio e riordino dei carrelli del vitto ed effettua operazioni di ritiro e consegna
presso i punti centralizzati dei carrelli del vitto.
Nell’area S.Orsola esistono i carrelli contenenti i tegami mentre nell’area Malpighi esistono i carrelli
contenenti i vassoi personalizzati. Il ritiro dei carrelli dai punti di raccolta è a cura dell’operatore
tecnico con funzioni di supporto assistenziale.
Inoltre, gli compete il lavaggio del carrello del vitto e delle pentole. Al termine della pulizia si
occupa della consegna del carrello al punto di raccolta.
Effettua operazioni di trasporto del materiale biologico, sanitario ed economale e provvede per
quest’ultimo alla sua sistemazione (nell’ambito del reparto/servizio);
Materiale biologico: consegna i prelievi e relative richieste ai punti di raccolta agli orari prefissati
e/o ai laboratori (laboratorio centralizzato, servizio trasfusionale, microbiologia, angiologia e
anatomia patologica)
Materiale sanitario: consegna e/o ritira le lastre, le cartelle cliniche, le fotocopie di cartelle cliniche,
le attrezzature in bioingegneria. Inoltre consegna e/o ritira il materiale di farmacia.
Materiale economale: provvede alla sistemazione del materiale proveniente dal magazzino. Si
occupa della consegna e del ritiro di materiale presso le varie officine.
Lavaggio e asciugatura di utensili, apparecchiature e presidi utilizzati per l’assistenza al
paziente (arcelle, catini, erogatori dell’ossigeno, pompe infusionali, pompe per nutrizione
enterale, carrozzine, deambulatori, bastoni… )
Lavaggio e asciugatura di arcelle e di ferri chirurgici, di catini, di carrozzine, di deambulatori, di bastoni e di
carrelli.
Per le apparecchiature elettromedicali (pompe per la nutrizione entrale e infusionale, monitor): NO
getto diretto di acqua!!!
È responsabile della documentazione a lui affidata.
La documentazione è riferibile a: cartelle, lastre, richieste e referti e qualsiasi documento, cartaceo e
non, a lui affidato.

In collaborazione o su attribuzione dell’infermiere provvede

Alla distribuzione del pasto e provvede alla conservazione degli alimenti, secondo le
indicazioni del personale infermieristico o sulla base di specifiche procedure.
Prima della distribuzione del pasto, l’operatore tecnico con funzioni di supporto assistenziale,
effettua il lavaggio delle mani e la vestizione (indossa paragrembo e cuffia). Collabora alla
distribuzione dei pasti e alla consegna dei vassoi o piatti al paziente.
Si occupa della conservazione corretta degli alimenti (budini, mele cotte e formaggi in frigo, pane e
grissini nella dispensa), inoltre, conserva i pasti per i pazienti assenti.
Al rientro del paziente, il pasto viene riscaldato salvo diverse indicazioni dell’infermiere.
All’aiuto nell’alimentazione del paziente.
- 35 - È l’infermiere che decide quale paziente può aiutare l’operatore tecnico con funzioni di
supporto assistenziale nell’alimentazione.
Può alimentare pazienti con limitazioni funzionali, con apparecchi gessati, ecc….
Non può alimentare pazienti con difficoltà a deglutire.
Dopo l’alimentazione l’operatore tecnico con funzioni di supporto assistenziali DEVE riferire
sempre all’infermiere l’esito dell’attività.
Al rifacimento del letto occupato.
È l’infermiere che decide a quale paziente l’operatore tecnico con funzioni di supporto
assistenziale può rifare il letto.
DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito dell’attività.
All’igiene personale del paziente.
È l’infermiere che decide a quale paziente e come l’operatore tecnico con funzioni di
supporto assistenziale deve eseguire le cure igieniche:
? parziali: bidet, viso e mani, piedi
? totali: bagno a letto
? accompagnare il paziente in bagno ed assisterlo nelle cure igieniche.
DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito dell’attività.
Alla mobilizzazione.
Passaggio letto carrozzina e viceversa del paziente parzialmente dipendente e del paziente
totalmente dipendente con ausilio del sollevatore, aiuto al paziente parzialmente dipendente a
scendere dal letto, a deambulare, a ritornare al letto, posizionamento della persona parzialmente o
totalmente dipendente nel letto in categoria supina, semiseduta, in categoria seduta con o senza le
gambe fuori dal letto, o in decubito laterale
Parzialmente dipendente: il paziente svolge le attività quotidiane con aiuto.
Totalmente dipendente: il paziente non è in grado di eseguire le attività quotidiane.
È l’infermiere che decide quale paziente può essere aiutato nella mobilizzazione dall’operatore
tecnico con funzioni di supporto assistenziale, sempre in collaborazione con l’infermiere stesso o
su sua attribuzione.
DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito dell’attività.
All’aiuto al paziente nel cambio della biancheria e nelle operazioni fisiologiche.
Aiutare la persona parzialmente o totalmente dipendente a cambiare o indossare gli indumenti,
fornire gli strumenti alla persona parzialmente o totalmente dipendente per evacuare al letto –
padella pappagallo - ed aiutarla nell’igiene post evacuazione, aiutare la persona parzialmente
dipendente a sedersi sulla comoda o sul Wc, aiutarla nell’igiene post evacuazione ed a rivestirsi
Parzialmente dipendente: il paziente svolge le attività quotidiane con aiuto.
Totalmente dipendente: il paziente non è in grado di eseguire le attività quotidiane.
È l’infermiere che decide quale paziente può essere aiutato nel cambio della biancheria e nelle
operazioni fisiologiche dall’operatore tecnico con funzioni di supporto assistenziale, sempre in
collaborazione con l’infermiere stesso o su sua attribuzione.
DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito dell’attività.
Lavaggio e asciugatura e preparazione del materiale da inviare alla sterilizzazione e relativa
conservazione.
Lavaggio e preparazione di ferri chirurgici, preparazione di garze e batuffoli per la sterilizzazione
come da indicazione dell’infermiere.
Il materiale sterile può essere conservato secondo modalità che variano da unità operativa a unità
operativa, ad esempio nelle degenze può essere conservato negli armadi o nei carrelli, nei blocchi
operatori è conservato i containers metallici. Comunque, in ogni caso, il materiale sterile non deve
essere esposto a fonti di calore, all’umidità e non devono essere alterate le confezioni.

Trasporti

- 36 - Provvede al trasporto dei pazienti in barella o in carrozzina ed al loro accompagnamento se
deambulanti.
Provvede al trasporto di pazienti per esecuzione di consulenze, di esami diagnostico/strumentali e
deve sempre avere cura della documentazione a lui affidata.
Esegue ogni altro compito richiesto dalle professionalità superiori che rientri nella sua
competenza.
Tutte le figure professionali di coordinamento sono da considerarsi professionalità superiori; in assenza
della caposala è l’infermiere che coordina il gruppo di lavoro.
Oltre ad eseguire tutte le azioni contenute in elenco alla categoria, l’operatore tecnico con funzioni di
supporto assistenziale, effettua ciò che è richiesto dalle professionalità superiori: pulizia straordinaria
dopo il vomito o per allagamento dovuto alla rottura di un rubinetto, in collaborazione o su
attribuzione effettua l’igiene della salma.

In collaborazione con l’infermiere o con il fisioterapista provvede alla mobilizzazione e al
mantenimento delle posture.
Passaggio letto carrozzina e viceversa del paziente parzialmente dipendente e del paziente
totalmente dipendente con ausilio del sollevatore, aiuto al paziente parzialmente dipendente a
scendere dal letto, a deambulare, a ritornare al letto, posizionamento della persona parzialmente o
totalmente dipendente nel letto in categoria supina, semiseduta, in categoria seduta con o senza le
gambe fuori dal letto, o in decubito laterale.
L’infermiere o il fisioterapista è sempre presente durante questa attività; perché questa rappresenta
il momento privilegiato per la prevenzione delle complicanze dovute all’immobilizzazione quali:
lesioni da decubito, sindrome da allettamento, trombosi venosa profonda, stasi polmonare, vizi
posturali.






CATEGORIA BS OPERATORE TECNICO ADDETTO ALL’ASSISTENZA
SPECIALIZZATO

Opera nell’ambito di Unità Operative /servizi sulla base di una posizione di lavoro definita.
La posizione di lavoro è quella prevista dalla Categoria BS, costituita dall’insieme delle azioni
contenute in questo documento.
Opera in équipe sulla base di una organizzazione del lavoro definita (piano di lavoro/attività).
Il piano di attività è l’elenco delle attività da svolgere nei singoli turni, in autonomia, in collaborazione o
su indicazione dell’équipe infermieristica.
Osserva protocolli e procedure.
È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comune come:

PROTOCOLLI: schema predefinito di comportamento diagnostico-
terapeutico-assistenziale, in cui è presente una sequenza di azioni “prescrittive”, con lo
scopo di uniformare i comportamenti degli operatori, orientarli verso il medesimo
risultato e valutare qualitativamente la prestazione effettuata.
Esempi: protocollo per l’igiene parziale del viso e mani al paziente parzialmente dipendente.

PROCEDURE
: regola scritta di organizzazione che definisce le responsabilità e
l'iter da seguire per raggiungere uno scopo.
Esempi: procedura per il lavaggio dei ferri e per lo smaltimento dei rifiuti.
Comunica all’infermiere quanto sopravviene durante il suo lavoro in quanto ritenuto di rilievo
sull'assistito e sull’ambiente.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato deve comunicare all’infermiere ogni
informazione riportata dal paziente/familiare in quanto potrebbe essere importante.
? Per quanto riguarda l’assistito, l’operatore deve riferire se il paziente cade, se vomita, se
non si alimenta, se accusa un malore, ecc…..
? Per quanto riguarda l’ambiente, l’operatore deve riferire se vede le maniglie di porte e
finestre rotte, i lavandini otturati, le carrozzine inagibili, l’anta dell’armadio rotta, ecc…
?
In autonomia

Cura la pulizia e l’igiene ambientale.
La pulizia giornaliera degli ambienti varia a seconda della tipologia dell’Unità Operativa (blocco
operatorio, degenza, BCM, stanze, ambulatori, ecc….).

SANIFICAZIONE: si intende un insieme di attività tese a rendere l’ambiente sano ed
idoneo per il paziente ed ha come obiettivo la riduzione della carica microbica presente su
superfici ed oggetti.

DISINFEZIONE o sanitizzazione: metodica che si avvale dell’uso di disinfettanti e che
ha come obiettivo quello di ridurre o eliminare i batteri presenti su una determinata
superficie.
Collabora alla attuazione di sistemi di verifica degli interventi.
In base alle proprie competenze e in collaborazione con altre figure professionali, l’operatore tecnico
addetto all’assistenza specializzato si preoccupa del controllo sulle attività di sanificazione degli
ambienti, sul microclima, del controllo dei servizi in gestione appaltata, ecc…..
Utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il
servizio.
Gli strumenti possono variare a seconda dell’Unità Operativa in cui l’operatore tecnico addetto
all’assistenza specializzato è inserito: rilevazione e registrazione peso, diuresi, altezza, temperatura,
evacuazione, alimentazione, carico e scarico materiali economale, compilazione richieste di intervento
tecnico e di richieste per magazzino generale.
- 38 - Cura la pulizia di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e il riordino del
materiale dopo l’assunzione dei pasti.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato si occupa dell’ordine e della cura degli effetti
personali del paziente allettato, del recupero e del riordino di materiali/presidi di proprietà del paziente
o provenienti da altre Unità Operative.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato si occupa, inoltre, della pulizia (lavaggio e
asciugatura) di arcelle e di ferri chirurgici, di catini, di carrozzine, di deambulatori, di bastoni e di carrelli
e di tutto il materiale presente in reparto.
Per le apparecchiature elettromedicali (pompe per la nutrizione entrale e infusionale, monitor): NO
getto diretto di acqua!!!
Alla dimissione del paziente, è necessario effettuare la disinfezione terminale dell’intera unità di
degenza: il telaio del letto, il comodino e l’armadietto.
Dopo il pasto, l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato si occupa del riordino del
materiale utilizzato per il pasto e del lavaggio delle posate.
Cura il lavaggio, l’asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato si occupa del lavaggio e della preparazione di
ferri chirurgici, preparazione di garze e di batuffoli per la sterilizzazione, secondo protocolli stabili ed in
uso nelle diverse sedi di lavoro.
Il materiale sterile può essere conservato secondo modalità che variano da Unità Operativa ad Unità
Operativa, ad esempio nelle degenze può essere conservato negli armadi o nei carrelli, nei blocchi
operatori è conservato i container metallici.
Il materiale sterile deve essere conservato preferibilmente in armadi chiusi o in scaffali.
Il locale in cui vengono conservati i materiali sterili deve aver adeguate caratteristiche igieniche: pulito,
asciutto, a basso transito di persone; particolare attenzione dovrà essere fatta ad evitare che nella stanza
penetri polvere.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato provvede a mantenere puliti gli armadi, secondo
i princîpi di una corretta sanificazione, di ordinarli e rifornirli. È quindi indispensabile controllare le
scadenze del materiale sterile, in modo da provvedere a una nuova sterilizzazione.
Effettua la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti.
La legislazione (DLgs 5/02/97, n. 22 e DM 26/06/02) regolamenta la gestione dei rifiuti.
Il regolamento per la disciplina e la gestione dei rifiuti sanitari, stabilisce norme specifiche in relazione alla
raccolta, confezionamento, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti in ambito sanitario. In ambiente
ospedaliero, si producono rifiuti che appartengono a più categorie; per motivi di sicurezza e di
economicità, è necessario che i rifiuti vengano suddivisi correttamente e smaltiti secondo le procedure
più adeguate.
L’Azienda Ospedaliera è dotata di un protocollo che indica con chiarezza le modalità di selezione e
allontanamento.
I rifiuti ospedalieri si dividono in 2 categorie:
? rifiuti assimilabili agli urbani. Sono i rifiuti che, non essendo né tossici né a rischio infettivo,
possono essere considerati come normali rifiuti domestici (carta, residui alimentari). Il loro
smaltimento avviene in genere in sacchi di plastica neri.
? rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. Sono considerati tali i rifiuti che provengono da
ambienti di isolamento infettivo, rifiuti venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico
(sangue, urine, escreati), parte anatomiche e tessuti. Questi rifiuti sono destinati agli impianti
di incenerimento. Il loro smaltimento avviene utilizzando un apposito imballaggio recante la
scritta “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” e il simbolo del rischio biologico. In
questa Azienda l’imballaggio è di colore giallo, composto da un contenitore semirigido
all’esterno e da un sacco internamente. I rifiuti taglienti o pungenti vengono smaltiti in
contenitori analoghi ai precedenti ma di consistenza rigida.

Effettua il trasporto del materiale biologico, sanitario, e dei campioni per gli esami diagnostici.
La movimentazione di questi materiali è frequente nei servizi sanitari.
- 39 - I materiali si possono classificare in:
? Materiale biologico: si intendono campioni di sangue, urine, feci, liquor, tessuti, escreati.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato consegna i prelievi e relative
richieste ai punti di raccolta agli orari prefissati e/o ai laboratori (laboratorio centralizzato,
servizio trasfusionale, microbiologia, angiologia e anatomia patologica).
I campioni di liquidi o tessuti biologici vengono collocati, in appositi contenitori idonei
ad evitare perdite o contatti accidentali con l’operatore. Il loro trasporto deve essere
effettuato servendosi degli specifici contenitori atti ad evitare urti e cadute. Conservare il
materiale con scrupolo, senza mai lasciarlo incustodito.
? Materiale sanitario: si intende documentazione cartacea, lastre, attrezzature e presidi
sanitari, farmaci, gas terapeutici.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato consegna e/o ritira le lastre, le
cartelle cliniche, le fotocopie di cartelle cliniche, le attrezzature in bioingegneria. Inoltre
consegna e/o ritira il materiale di farmacia, comprese le bombole di gas terapeutici.
? Materiale economale: si intendono materiali di cancelleria e di uso comune.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato provvede alla sistemazione del
materiale proveniente dal magazzino. Si occupa della consegna e del ritiro di materiale
presso le varie officine.
Aiuta all’assunzione dei pasti.
L’aiuto che l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può fornire deve essere modulato
sulle capacità residue della persona.
? Per il paziente allettato: igiene delle mani, posizionarlo semiseduto con il tavolino, le
posate, il bicchiere e la cannuccia, tovagliolo.
? Per il paziente in carrozzina: igiene delle mani, accompagnarlo al tavolo con le posate, il
bicchiere e la cannuccia, tovagliolo.
Su indicazione dell’infermiere, l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può imboccare il
paziente.
In situazioni particolari, quando vi è una alterazione della deglutizione, è l’infermiere che decide se
l’operatore può aiutare nell’assunzione dei cibi il paziente, perché questo richiede delle attenzioni
specifiche.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito
dell’attività.


Su indicazione dell’infermiere provvede

Assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di
igiene personale.
L’aiuto che l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può fornire deve essere modulato
sulle capacità residue della persona.
Parzialmente dipendente: il paziente svolge le attività quotidiane con aiuto.
Totalmente dipendente: il paziente non è in grado di eseguire le attività quotidiane.
È l’infermiere che decide a quale paziente, e in che modo, l’operatore tecnico addetto all’assistenza
specializzato deve eseguire le attività di igiene personale e quotidiane: esecuzione del bagno a letto,
effettuazione dell’igiene intima e igiene/cura del viso e delle mani, pulizia post-prandiale del cavo orale,
rifacimento del letto occupato, aiuto nell’esecuzione delle cure igieniche in bagno, aiuto e vestizione con
abbigliamento idoneo.
Se necessario, collabora nella attivazione dei servizio bagni e barbiere e nella richiesta di capi di
abbigliamento e/o di lavaggio al guardaroba.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito
dell’attività.
- 40 - Su indicazione dell’infermiere, inoltre, si occupa della postura del paziente in carrozzina, del passaggio
letto/carrozzina del paziente totalmente dipendente con il sollevatore e del passaggio letto/carrozzina
del paziente parzialmente dipendente.
Realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico.
È l’infermiere che decide quando l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può eseguire le
seguenti attività:
? attività di supporto diagnostico:
- prelevamento di campioni di materiale biologico quale: feci, urine, escreati.
- aiuto nella preparazione di esami diagnostici. Ad esempio, se il paziente deve eseguire
una ecografia pelvica, controllare ed eventualmente stimolare che il paziente beva
l’acqua; in caso di esami in cui è previsto il digiuno, controllare che il paziente
mantenga la restrizione.
? attività di supporto terapeutico:
- aiuto nell’effettuazione dell’aerosolterapia,
- aiuto al paziente nell’assunzione della terapia orale (ad esempio, se indicato dopo il
pasto),
- preparazione ed applicazione della borsa del ghiaccio e/o dell’acqua calda.
Inoltre l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato si occupa dell’allestimento dei carrelli delle
medicazioni e della preparazione e posizionamento dei presidi antidecubito adatti al paziente su
indicazione dell’infermiere.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito
dell’attività.
Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali.
È l’infermiere che decide quali interventi l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può
attuare nei confronti del paziente rispetto alle attività di vita per recuperare l’autonomia e/o mantenere
le capacità residue.
Ad esempio, l’operatore può collaborare alla preparazione dell’unità del paziente con presidi e ausili
terapeutici, alla sistemazione del paziente e dei suoi effetti personali.
Collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici.
Per attività semplice si intende una procedura standard non modificabile o compiti che non richiedono,
da parte del personale di supporto, l’esercizio di un giudizio infermieristico.
È l’infermiere che decide quali interventi l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può
attuare nei confronti del paziente.
Ad esempio: attività di accoglimento del paziente, attività burocratico-amministrative (registrazione
degli accessi, compilazione dei moduli per il PDA, prenotazione indagini, comunicazioni telefoniche ai
pazienti), attività legate all’assistenza durante l’eliminazione urinaria e fecale, ecc.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito
dell’attività.
Provvede alla somministrazione delle diete.
Nell’area S. Orsola esistono i carrelli contenenti i tegami mentre nelle aree Malpighi e Palagi esistono i
carrelli contenenti i vassoi personalizzati. Il ritiro dei carrelli dai punti di raccolta è a cura dell’operatore
tecnico addetto all’assistenza specializzato.
Prima della distribuzione del pasto, l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato effettua il
lavaggio delle mani e la vestizione (indossa paragrembo e cuffia).
Su indicazione dell’infermiere o in collaborazione, si occupa della distribuzione dei pasti e della
consegna dei vassoi o piatti al paziente.
Si occupa della corretta conservazione degli alimenti (budini, mele cotte e formaggi in frigo, pane e
grissini nella dispensa), inoltre, conserva i pasti per i pazienti assenti.
Al rientro del paziente, il pasto viene riscaldato salvo diverse indicazioni dell’infermiere.
Inoltre, all’operatore compete il lavaggio del carrello del vitto e delle pentole. Al termine della pulizia si
occupa della consegna del carrello al punto di raccolta.
- 41 - L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito
dell’attività.
Svolge attività finalizzate all’igiene personale, al cambio della biancheria, all’espletamento
delle funzioni fisiologiche.
L’aiuto che l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può fornire deve essere modulato
sulle capacità residue della persona.
Parzialmente dipendente: il paziente svolge le attività quotidiane con aiuto.
Totalmente dipendente: il paziente non è in grado di eseguire le attività quotidiane.
È l’infermiere che decide a quale paziente e come l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato
deve eseguire le cure igieniche:
? parziali: bidet, viso e mani, piedi
? totali: bagno a letto
? accompagnare il paziente in bagno ed assisterlo nelle cure igieniche.
È l’infermiere che decide quale paziente può essere aiutato nelle operazioni fisiologiche dall’operatore,
sempre in collaborazione con l’infermiere stesso o su sua attribuzione.
L’operatore, inoltre, aiuta il paziente parzialmente o totalmente dipendente a cambiare o indossare gli
indumenti. Fornisce gli strumenti per l’evacuazione al letto (padella pappagallo) ed aiuta nell’igiene post
evacuazione, aiuta il paziente parzialmente dipendente a sedersi sulla comoda o sul wc.
L’operatore DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito dell’attività.
Osserva, riconosce e riferisce alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l’utente può
presentare.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato osserva e riferisce all’infermiere:
- dati oggettivi (rilevati direttamente dall’operatore tecnico addetto all’assistenza
specializzato): sudorazione profusa, pallore, cianosi, tremori, brividi, ecc…
- dati soggettivi (riferiti dal paziente): “mi sento stanco”, “mi tremano le gambe”, “ho
freddo/caldo”, ecc…
Aiuto nella deambulazione e alla mobilizzazione.
Passaggio letto carrozzina e viceversa del paziente parzialmente dipendente e del paziente
totalmente dipendente con ausilio del sollevatore, aiuto al paziente parzialmente dipendente a
scendere dal letto, a deambulare, a ritornare al letto, posizionamento della persona parzialmente o
totalmente dipendente nel letto in categoria supina, semiseduta, in categoria seduta con o senza le
gambe fuori dal letto, o in decubito laterale
Parzialmente dipendente: il paziente svolge le attività quotidiane con aiuto.
Totalmente dipendente: il paziente non è in grado di eseguire le attività quotidiane.
È l’infermiere che decide quale paziente può essere aiutato nella mobilizzazione dall’operatore
tecnico addetto all’assistenza specializzato, in collaborazione con l’infermiere stesso o su sua
attribuzione.
DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito dell’attività.

Provvede al trasporto di utenti, anche allettati, in barella-carrozzina.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato provvede al trasporto di pazienti per esecuzione
di consulenze, di esami diagnostico/strumentali e trasferimenti presso altre unità operative.
Il paziente deve essere aiutato ad indossare gli indumenti del caso: se trattasi di trasferimento in altra
sede (in ambulanza o tramite strada o tunnel), far indossare calzature e indumenti appropriati alla
situazione. In caso di trasferimento in carrozzina o barella, il paziente deve essere condotto dandogli il
modo di vedere dove si sta dirigendo.
Nel caso in cui il paziente venga condotto presso altro servizio o Unità Operativa, è necessario affidarlo
al personale incaricato di riceverlo, a cui deve essere consegnata anche l’eventuale documentazione
relativa.
Collabora alla composizione della salma e provvede al suo trasferimento.
- 42 - L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato si occupa dell’igiene della salma, facendo
attenzione a rimuovere gli effetti personali che verranno poi riconsegnati ai familiari, la protesi, le
medicazioni, ecc.
In caso di paziente infetto attenersi alle disposizioni in uso nell’Unità Operativa:
- in caso di malattia trasmissibile per via orale sarà necessario premunirsi di mascherine;
- in caso di malattia trasmissibile per via ematica porre particolare attenzione ai liquidi biologici.
Smaltire la biancheria negli appositi sacchi per materiale infetto.
La salma deve soggiornare in reparto un periodo di tempo sufficiente per permettere il disbrigo delle
pratiche burocratiche e per permettere ai familiari di poterle rendere omaggio.
Nelle aree Malpighi e Palagi, il trasferimento verso la camera mortuaria è a carico dei tecnici necrofori.
Nell’area S. Orsola il trasferimento avviene a cura degli operatori del Servizio Coordinamento
Ambulanze e Trasporti.
Cura il disbrigo di pratiche burocratiche.
È l’infermiere che decide quali attività l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può
svolgere come ad esempio: smistamento della posta, la compilazione del modulo della dispensa, invio
dei fax ai diversi servizi, registrazione su elenchi, registrazione su registro nosologico, effettuazione di
comunicazioni telefoniche, stampa dei certificati di ricovero e dei codici a barre, ecc…

In collaborazione con l’infermiere provvede

Collabora all’attuazione di interventi assistenziali in ambito ambulatoriale su indicazione del
personale sanitario presente.
È l’infermiere che decide quali interventi l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può
attuare nei confronti del paziente.
Ad esempio: attività di accoglimento del paziente, recupero della cartella del paziente, aiuta il paziente
ad assumere la corretta categoria per la visita e/o medicazione, ecc..
Coadiuva il personale sanitario nell’assistenza al malato anche terminale e morente.
È importante evidenziare che il comportamento degli operatori può sensibilmente influire sul vissuto e
sulle reazioni della persona morente e dei suoi congiunti. L’operatore tecnico addetto all’assistenza
specializzato potrà partecipare all’azione integrata dell’équipe assistenziale, ad esempio collaborando al
comfort al paziente, alla predisposizione di un contesto idoneo, facilitare la presenza dei familiari
accanto alla persona ed orientare ogni loro richiesta di informazioni.
Collabora alla attuazione degli interventi assistenziali
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato collabora nell’effettuazione di medicazioni
semplici secondo protocollo assegnato, aiuta nell’esame obiettivo, aiuto al paziente nell’atto di
spogliarsi, a salire e/o scendere dal lettino da visita.
Collabora nella corretta assunzione di farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi
medicali di semplice uso.
È l’infermiere che decide quando l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può aiutare il
paziente nell’assunzione della terapia orale, ad esempio dopo l’aiuto al paziente nell’alimentazione.
È l’infermiere che decide quando l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può utilizzare
apparecchi medicali di semplice uso come ad esempio il termometro, l’aerosol, gli strumenti per la
ginnastica respiratoria.
Collabora nella preparazione alle prestazioni sanitarie.
È l’infermiere che decide quali interventi l’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato può
attuare nei confronti del paziente.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato aiuta, ad esempio, nella preparazione del
paziente alla seduta operatoria (vestizione, tricotomia secondo protocollo, ecc), ad indagini
diagnostiche.
L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato DEVE riferire sempre all’infermiere l’esito
dell’attività.
Collabora all’attuazione di interventi di primo soccorso.
- 43 - L’operatore tecnico addetto all’assistenza specializzato deve saper far fronte a situazioni di emergenza
ben definite. Tali situazioni richiedono interventi di primo soccorso che l’operatore tecnico addetto
all’assistenza specializzato deve essere in grado, se necessario, di intraprendere.
In realtà, il concetto operativo di primo soccorso in ambiente ospedaliero, ingloba alcune operazioni
quali:
? rendere l’ambiente sicuro (allontanare dalla camera di degenza i parenti o altri pazienti
“curiosi”),
? valutare le condizioni del paziente (in termini di “colpo d’occhio”),
? dare l’allarme al personale infermieristico e seguire le indicazioni che gli vengono fornite (ad
esempio portare in stanza il carrello dell’emergenza o avvisare il medico se l’infermiere non
può “abbandonare “ il paziente).
Collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione,
riattivazione, recupero funzionale e all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, nonché
all’apprendimento e mantenimento di posture corrette.
Allegato 3
- MODELLI ORGANIZZATIVI ED ASSISTENZIALI

I modelli organizzativi considerati più comuni, sono:
1. modello tecnico o modello “per compiti”;
2. modello per “piccole équipe”;
3. modello modulare o modello “per settori”
Ognuno di questi presenta vantaggi e dei limiti che si riflettono sul paziente, sui membri dello staff e
sulla qualità delle cure.

1. Modello tecnico o modello “per compiti”
Nel nursing funzionale predominano la struttura gerarchica, la parcellizzazione e la specializzazione.
Esso è un sistema di erogazione dell’assistenza che prevede l’assegnazione di specifici compiti al
personale, in relazione al livello di competenza, ripartendo le varie attività tra gli operatori presenti
nel turno di servizio. Mediante questo modello si identificano l’infermiere addetto alle medicazioni,
alla terapia o all’assistenza di base ai pazienti allettati.
Nel modello per compiti, al fine di descrivere lo standard di assistenza, nonché i piani di lavoro
sono utilizzate descrizioni procedurali, e in tal modo, i bisogni psicologici del paziente sono
necessariamente trascurati.
Questo modello risponde all’esigenza di ottenere il massimo numero di prestazioni con un numero
ridotto di risorse umane e materiali, ma comporta una frammentazione delle cure e una visione
parziale delle condizioni di ogni paziente, pone attenzione all’aspetto tecnico lasciando poco spazio
ai bisogni della sfera psico-sociale. In questo contesto soffermarsi a parlare con il malato finisce con
l’essere qualificato come “perdita di tempo”.
L’aspirazione dell’efficienza propria di questo modello, si esprime nell’esecuzione di atti e solo in
esso, il destinatario è di volta in volta coinvolto.

Sebbene efficiente, il metodo funzionale non incoraggia la soddisfazione del paziente e dello staff.
Una così rigida e netta divisione dei compiti può demotivare l’infermiere che, di fatto, non ha più la
soddisfazione di vedere i risultati dell’assistenza globale al suo paziente.
D’altro canto, il sistema funzionale può rilevarsi molto produttivo nei periodi critici di scarsità di
infermieri. Standardizzare l’assistenza ai pazienti con bisogni simili può aiutare a risolvere questo
tipo di problemi meglio di altri sistemi, e la ripetitività e la routine nel lavoro generano maggiore
sicurezza nel personale.




Vantaggi:
È efficace.
Rende possibile utilizzare persone con poca esperienza ed indipendentemente dal loro grado di
autonomia per espletare il lavoro previsto.
È un sistema che facilita l’assegnazione di compiti ben definiti, ne consente il controllo, non
crea confusione né sovrapposizione delle attività.
È il sistema organizzativo più economico qualora ci si debba accontentare di uno standard di
assistenza sicura, vale a dire del livello minimo accettabile.
Soddisfa gli infermieri che prediligono le attività di routine e la dipendenza dal superiore
(caposala), che ha un controllo diretto delle attività degli infermieri.
Realizza un controllo diretto all’azione.
Permette lo sviluppo di abilità e di rapidità nell’eseguire la stessa attività.
Può essere utilizzato, se si crea una grave carenza di turno.


Svantaggi:
Il lavoro è svolto rapidamente (efficienza), il bisogno di coordinazione è minimo; ma il bisogno
di assistenza globale non sempre è soddisfatto per il malato (efficacia). Si consideri, per
esempio, quanto sia poco efficiente avere tre differenti membri di uno staff assegnati ad una
stanza, uno per somministrare i farmaci, uno per rilevare la pressione sanguigna ed il terzo per
eseguire le medicazioni.
Vi è l’impossibilità di seguire con sufficientemente continuità e globalità il paziente.
È l’estrema frammentazione delle cure. L’approccio funzionale è meccanicistico ed impersonale,
sottolinea gli aspetti più tecnici dell’assistenza infermieristica. Sia lo staff sia i pazienti
potrebbero non essere soddisfatti del modo in cui sono erogate le cure.
Per lo staff, il lavoro diventa ripetitivo e noioso: svolgere solo una parte dei compiti, toglie la
soddisfazione di vedere qualcosa fatto dall’inizio alla fine. Ogni operatore esegue solo una o due
prestazioni e rifiuta di farne altre, poiché spettano a qualcun altro.
La comunicazione, tra i membri dello staff, è ridotta al minimo, poiché ognuno è impegnato in
attività diverse, così che nessuno è a conoscenza di ciò che sta accadendo al paziente.
La trasmissione dei dati e delle informazioni è frammentaria ed incompleta.
La responsabilità è divisa tra gli operatori.

2. Modello “per piccole équipe”
Il team nursing è basato sulla pianificazione e realizzazione di obiettivi assistenziali attraverso
l’azione di gruppo. Ogni membro ha la possibilità di vedere attuato il suo suggerimento, sentendosi
così più soddisfatto e motivato a prestare un’assistenza migliore.
Il team è guidato da un infermiere che pianifica, interpreta, coordina, supervisiona e valuta
l’assistenza infermieristica. Egli assegna i membri del team ai pazienti facendo coincidere i loro
bisogni alle conoscenze e alle capacità dell’infermiere. Inoltre, stabilisce obiettivi e priorità per
l’assistenza al paziente, centralizza le informazioni, indirizza la pianificazione dell’assistenza
orientando le riunioni di gruppo e preparando piani di assistenza, fissa le responsabilità, provvede
alle sostituzioni durante le pause di lavoro e le riunioni, coordina e valuta le attività del team.
Una delle principali caratteristiche del modello organizzativo per piccole équipe è la riunione
infermieristica. Il suo scopo principale è quello di sviluppare e revisionare i piani di assistenza
creando l’opportunità di identificare e risolvere i problemi. La precisione nell’identificazione dei
problemi è aumentata attraverso lo scambio di informazioni. La consapevolezza che il gruppo nel
suo insieme possieda più informazioni sui problemi di ogni singola persona, favorisce
l’apprezzamento dello staff per il lavoro di gruppo. Il consenso che ne risulta aumenta l’impegno
per le decisioni prese. L’identificazione del problema e la definizione degli obiettivi all’inizio della
riunione precedono necessariamente la pianificazione degli interventi.

Le riunioni del team offrono anche l’opportunità di identificare i bisogni formativi dello staff e di
operare per soddisfarli.
Il team leader è responsabile della pianificazione e conduzione della riunione, che deve essere ben
definita nei tempi e nello spazio. Un incontro che duri dai 15 ai 30 minuti al giorno, fissato sempre
alla stessa ora fa sì che la riunione diventi parte della routine giornaliera.
Il team leader deve organizzare e garantire la continuità del servizio durante la riunione, perché è
indispensabile essere sollevati dalle responsabilità dell’assistenza se si vogliono prevenire le
interruzioni.
Il team leader monitorizza il processo di gruppo, registra personalmente problemi e soluzioni sul
piano di assistenza o delega questo compito, svolge attività di insegnamento e sintetizza i punti
principali.
Il piano di assistenza è un’altra delle caratteristiche principali del modello organizzativo per
piccole équipe. Per ciascun paziente deve essere preparato un piano di assistenza che identifichi i
problemi attuali e potenziali e gli obiettivi a lungo e a breve termine. Il piano deve essere realistico,
al fine di prevenire i problemi che derivano dall’aver predisposto obiettivi non realizzabili. I piani di
assistenza devono essere individualizzati, devono riflettere l’interrelazione tra i bisogni psico-sociali
e quelli fisiologici e coinvolgere il paziente e la sua famiglia. Devono essere identificati i problemi,
gli obiettivi concordati, le azioni e le risposte. L’assistenza sarà valutata in base al grado di
realizzazione degli obiettivi.
Il
team nursing
contribuisce alla soddisfazione del paziente e ai bisogni dello staff. Ogni paziente è
trattato come un individuo unico.
Lo staff può identificare il proprio contributo e la correlazione che esiste tra il proprio lavoro ed i
risultati ottenuti dal paziente. La stretta interazione tra i membri dello staff contribuisce a creare lo
spirito di gruppo.
Nonostante, il
team leader
abbia un minor contatto diretto con i pazienti, egli è responsabile
dell’identificazione dei bisogni per la pianificazione dell’assistenza e per i rapporti con il medico. La
continuità dell’assistenza non è automaticamente garantita, perché i pazienti non sono assegnati al
medesimo staff per tutto il tempo di degenza e l’ampiezza dell’area di intervento rende difficile
individualizzare l’assistenza al paziente. Dover coordinare équipe composte da persone che
possono cambiare può rendere difficile per il team leader conoscere i suoi collaboratori talmente
bene da far coincidere le loro capacità con i bisogni del paziente.

Il
team nursing
è un sistema di erogazione dell'assistenza a un gruppo di pazienti da parte di turno
composto da un team di infermieri, tecnici ed ausiliari sotto la direzione e supervisione di un
infermiere responsabile dell'assistenza.
L'Unità Operativa è ripartita in due o più settori, l'infermiere responsabile assegna le attività ai vari
elementi del team sulla base della qualifica, delle competenze e dell'esperienza di ciascuno, dopo
aver valutato i problemi dei singoli pazienti ed averne pianificato l'assistenza.
Il
team nursing
garantisce la presa in carico globale dei problemi del paziente e l'integrazione delle
cure mediche/riabilitative infermieristiche.
Questo modello presuppone dei cambiamenti: un miglioramento qualitativo dell'assistenza, la
modifica dell'attività lavorativa del personale infermieristico e un miglioramento dell'apprendimento
degli studenti infermieri.

Vantaggi:
È sviluppata la comunicazione orizzontale.
Soddisfa gli operatori a fornire un’assistenza globale basata sulla metodologia problem solving
(dalla pianificazione fino alla valutazione).
I pazienti sono maggiormente coinvolti nella pianificazione dell’assistenza di cui hanno
necessità.
La riunione infermieristica e i piani di assistenza individualizzati sono i punti di forza.
- 46 - L'approccio del
team nursing
permette un'assistenza infermieristica ampia ed olistica, quando
il team funziona ad un alto livello di maturità.
Sebbene l'assistenza ai pazienti è ancora divisa tra diverse persone, è molto meno
frammentaria del metodo funzionale, per l'aumento della comunicazione e degli sforzi di
coordinazione del leader.

Svantaggi:
Un numero elevato di operatori che il sistema richiede, applicabile solo in certi contesti, come
per esempio le terapie intensive.
Non tutti gli infermieri desiderano assumere il ruolo di responsabile di un gruppo.
Spesso le riunioni dell’équipe non avvengono perché è difficile trovare il tempo necessario
durante i giorni particolarmente pieni.
I piani di assistenza di solito registrano prevalentemente attività correlate a prescrizioni del
medico, solo di rado i piani di assistenza presentano il paziente come una persona nella sua
totalità, e di conseguenza, spesso non risultano esaurienti.
In realtà, gli strumenti basilari del team nursing – riunione dell’équipe assistenziale e piani di
assistenza – spesso ricevono un’attenzione inadeguata e l’assistenza che ne risulta è
fondamentalmente quella di routine.

3. Modello modulare o modello “per settori”
Rappresenta una combinazione di aspetti del team nursing e del
primary nursing
, quando non vi
sono le risorse sufficienti per realizzare quest’ultimo sistema organizzativo.
I pazienti ricoverati in un’unità operativa sono suddivisi in moduli o settori, un gruppo di pazienti in
camere di degenza vicine. Ogni infermiere, affiancato da personale ausiliario, fornisce assistenza a
un gruppo di pazienti. Egli pianifica l’assistenza, la fornisce a sua volta e guida il personale ausiliario
negli aspetti più tecnici.
Diversamente da quello che accade in sostanza nel team nursing, l’infermiere non si limita a
dirigere gli altri membri del gruppo, ma eroga direttamente l’assistenza, con il loro aiuto, a una parte
dei pazienti. In più pianifica l’assistenza per tutti i pazienti del modulo, dirigendo i collaboratori
nell’erogazione delle prestazioni tecniche di base.
Il nursing modulare diminuisce il senso di isolamento e le aspettative irrealistiche spesso associate al
primary nursing
. Quando gli infermieri sono costantemente assegnati allo stesso modulo la
continuità e la qualità dell’assistenza può aumentare.
Per attuare il modello assistenziale per moduli o settori possono essere necessari alcuni
cambiamenti all’interno della struttura.

L'infermiere, assistito da uno o più operatori, assume la responsabilità dell'erogazione di tutte le
cure infermieristiche per un gruppo di pazienti durante uno specifico turno di servizio.
Il numero di pazienti componenti il gruppo dipenderà dalla complessità dei singoli casi.
L'infermiere:
* pianifica l'assistenza di tutti i pazienti a lui assegnati;
* attua l'assistenza in collaborazione con le altre figure professionali presenti;
* supervisiona le attività svolte dagli operatori assegnati in supporto all'assistenza (Ota e O.S.S.);
* verifica i risultati dell'assistenza.

Vantaggi:
L’assistenza è centrata sul paziente e permette una sua maggior conoscenza.
Permette di erogare assistenza personalizzata e globale, e continuità nel percorso.
Si riduce il numero di infermieri che ruotano attorno allo stesso paziente.
La trasmissione dei dati e delle informazioni è completa.
Garantisce responsabilità e autonomia agli infermieri motivati, favorendone la gratificazione e lo
sviluppo professionale.
- 47 - Il personale di supporto è inserito nel settore in équipe con il paziente.
Permette la valorizzazione dei diversi profili professionali attraverso la ri-attribuzione delle
competenze, l'integrazione interprofessionale, l'identificazione da parte dei pazienti di un
infermiere di riferimento e la continuità del percorso assistenziale.
Consente di poter applicare il processo di assistenza e utilizzare la cartella infermieristica.

Svantaggi:
L’infermiere è da solo a gestire gli interventi assistenziali.
Richiede collaborazione tra i settori.
Il “controllo” è sui risultati.
Può ricrearsi il modello per compiti all’interno dei settori.
Allegato 4 -
CATEGORIA FUNZIONE: INFERMIERE CASE MANAGER (ICM)

L’ICM è responsabile della pianificazione e del coordinamento dell'assistenza infermieristica per i
pazienti a lui affidati; individua le caratteristiche dei pazienti inseriti nel programma; definisce gli
obiettivi assistenziali; formula la diagnosi infermieristica e definisce i problemi interdisciplinari;
sviluppa, implementa, controlla e modifica il piano assistenziale in collaborazione con il team, il
paziente e la famiglia; procura i servizi necessari; verifica che le attività assicurate al paziente siano
coerenti con i suoi bisogni; documenta l'attività svolta; valuta il paziente ed il programma e definisce il
momento di uscita dal programma stesso; si raccorda con i servizi territoriali per favorirne l'accesso.
La documentazione delle responsabilità è legata al piano assistenziale di ogni paziente ricoverato ed ai
percorsi clinico-assistenziali predefiniti.

Allegato 5
CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE
REGIONI E LE PROVINCIE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO -
PROVVEDIMENTO 22 febbraio 2001
Accordo tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regioni e provincie
autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo
professionale dell'operatore socio-sanitario e per la definizione dell'ordinamento didattico dei
corsi di formazione.

…omissis…

Art. 1.
Figura e profilo
1. È individuata la figura dell'operatore socio-sanitario.
2.L'operatore socio-sanitario è l'operatore che, a seguito dell'attestato di qualifica conseguito al termine
di specifica formazione professionale, svolge attività indirizzata a:
a) soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un
contesto sia sociale che sanitario;
b) favorire il benessere e l'autonomia dell'utente.

Art. 2.
La formazione
1. La formazione dell'operatore socio-sanitario è di competenza delle regioni e province autonome, che
provvedono alla organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche, nel rispetto delle
disposizioni del presente decreto.
2. Le regioni e le province autonome, sulla base del proprio fabbisogno annualmente determinato,
accreditano le aziende UU.SS.LL. e ospedaliere e le istituzioni pubbliche e private, che rispondono ai
- 48 - requisiti minimi specificati dal Ministero della sanità e dal dipartimento degli affari sociali con apposite
linee guida, alla effettuazione dei corsi di formazione.

Art. 3.
Contesti operativi
1. L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, in
servizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario, residenziali o semiresidenziali, in ambiente
ospedaliero e al domicilio dell'utente.

Art. 4.
Contesto relazionale
1. L'operatore socio-sanitario svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali
preposti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.

Art. 5.
Attività
1. Le attività dell'operatore socio-sanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita:
a) assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero;
b) intervento igienico-sanitario e di carattere sociale;
c) supporto gestionale, organizzativo e formativo.
2. Le attività di cui al comma 1 sono riassunte nell'allegata tabella A che forma parte integrante del
presente decreto.

Art. 6.
Competenze
1. Le competenze dell'operatore di assistenza sono contenute nell'allegata tabella B che forma parte
integrante del presente decreto.

Art. 7.
Requisiti di accesso
1. Per l'accesso ai corsi di formazione dell'operatore socio-sanitario è richiesto il diploma di scuola
dell'obbligo ed il compimento del diciassettesimo anno di età alla data di iscrizione al corso.

Art. 8.
Organizzazione didattica
1. La didattica è strutturata per moduli e per aree disciplinari.
Ogni corso comprende i seguenti moduli didattici:
a) un modulo di base;
b) un modulo professionalizzante.
2. I corsi di formazione per operatore socio-sanitario avranno durata annuale, per un numero di ore
non inferiore a 1000, articolate secondo i seguenti moduli didattici:
modulo di base: tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 200.
Motivazione-orientamento e conoscenze di base:
modulo professionalizzante: tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 250;
esercitazioni/stages, numero minimo di ore 100;
tirocinio, numero minimo di ore 450.
3. Le regioni e provincie autonome, attesa l'ampia possibilità di utilizzo dell'operatore socio-sanitario,
possono prevedere, per un più congruo inserimento nei servizi, moduli didattici riferiti a tematiche
specifiche sia mirate all'utenza (ospedalizzata, anziana, portatrice di handicap, psichiatrica, con
dipendenze patologiche ecc..) sia alla struttura di riferimento (residenza assistita, domicilio, casa di
riposo, comunità, ecc.).
- 49 - 4. Oltre al corso di qualificazione di base sono previsti moduli di formazione integrativa, per un
massimo di 200 ore di cui 100 di tirocinio; i moduli sono mirati a specifiche utenze e specifici contesti
operativi, quali utenti anziani, portatori di handicap, utenti psichiatrici, malati terminali, contesto
residenziale, ospedaliero, casa alloggio, RSA, centro diurno, domicilio, ecc.
Modulo tematico: tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 50.
Tematiche professionali: tipo di formazione esercitazioni/stages, numero minimo di ore 50.
Specifiche: tipo di formazione tirocinio, numero minimo di ore 100.

Art. 9.
Moduli didattici integrativi post-base
1. Sono previste misure compensative in tutti i casi in cui la formazione pregressa risulti insufficiente,
per la parte sanitaria o per quella sociale.

Art. 10.
Materie di insegnamento
1. Le materie di insegnamento, relative ai moduli didattici di cui all'art. 8, sono articolate nelle seguenti
aree disciplinari:
a) area socio culturale, istituzionale e legislativa;
b) area psicologica e sociale;
c) area igienico sanitaria;
d) area tecnico operativa.
2. Le materie di insegnamento sono riassunte nell'allegata tabella C, che forma parte integrante del
presente decreto.

Art. 11.
Tirocinio
1. Tutti i corsi comprendono un tirocinio guidato, presso le strutture ed i servizi nel cui ambito la figura
professionale dell'operatore socio-sanitario è prevista.

Art. 12.
Esame finale e rilascio dell'attestato
1. La frequenza ai corsi è obbligatoria e non possono essere ammessi alle prove di valutazione finale
coloro che abbiano superato il tetto massimo di assenze indicato dalla regione o provincia autonoma
nel provvedimento istitutivo dei corsi, e comunque non superiore al 10% delle ore complessive.
2. Al termine del corso gli allievi sono sottoposti ad una prova teorica e ad una prova pratica da parte di
una apposita commissione d'esame, la cui composizione è individuata dal citato provvedimento
regionale e della quale fa parte un esperto designato dall'assessorato regionale alla sanità ed uno
dall'assessorato regionale alle politiche sociali.
3. In caso di assenze superiori al 10% delle ore complessive, il corso si considera interrotto e la sua
eventuale ripresa nel corso successivo avverrà secondo modalità stabilite dalla struttura didattica.
4. All'allievo che supera le prove, è rilasciato dalle regioni e provincie autonome un attestato di qualifica
valido su tutto il territorio nazionale, nelle strutture, attività e servizi sanitari, socio sanitari e socio
assistenziali.

Art. 13.
Titoli pregressi
1. Spetta alle regioni e province autonome, nel contesto del proprio sistema della formazione,
quantificare il credito formativo da attribuirsi a titoli e servizi pregressi, in relazione all'acquisizione
dell'attestato di qualifica relativo alla figura professionale di operatore socio- sanitario, prevedendo
misure compensative in tutti i casi in cui la formazione pregressa risulti insufficiente, per la parte
sanitaria o per quella sociale, rispetto a quella prevista dal presente decreto.
Roma, 22 febbraio 2001


Allegato A
ELENCO DELLE PRINCIPALI ATTIVITÀ PREVISTE PER L'OPERATORE SOCIO-
SANITARIO

1) Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero:
assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di
igiene personale;
realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico;
collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla
rieducazione, riattivazione, recupero funzionale;
realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi;
coadiuva il personale sanitario e sociale nell'assistenza al malato anche terminale e morente;
aiuta la gestione dell'utente nel suo ambito di vita;
cura la pulizia e l'igiene ambientale.
2) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale:
osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell'utente;
collabora alla attuazione degli interventi assistenziali;
valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre;
collabora alla attuazione di sistemi di verifica degli interventi;
riconosce ed utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione-relazione appropriati in relazione alle
condizioni operative;
mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l'utente e la famiglia, per l'integrazione sociale
ed il mantenimento e recupero della identità personale.
3) Supporto gestionale, organizzativo e formativo:
utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il
servizio;
collabora alla verifica della qualità del servizio;
concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro
valutazione;
collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento;
collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici.

Allegato B
COMPETENZE DELL'OPERATORE SOCIO-SANITARIO

Competenze tecniche
In base alle proprie competenze ed in collaborazione con altre figure professionali, sa attuare i piani di
lavoro.
È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli ecc.).
È in grado di collaborare con l'utente e la sua famiglia:

nella preparazione e/o aiuto all'assunzione dei pasti;
nella sanificazione e sanitizzazione ambientale.
-
51 - È in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli

stessi e il riordino del materiale dopo l'assunzione dei pasti.
Sa curare il lavaggio, l'asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare.
Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico sanitario, e
dei campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti.
Sa svolgere attività finalizzate all'igiene personale, al cambio della biancheria, all'espletamento delle
funzioni fisiologiche, all'aiuto nella deambulazione, all'uso corretto di presidi, ausili e attrezzature,
all'apprendimento e mantenimento di posture corrette.
In sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di:
aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie;
attuare interventi di primo soccorso;
controllare e assistere la somministrazione delle diete;
collaborare ad educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e
gruppi;
collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento;
svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche
burocratiche;

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