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Eserciziario per OSS 5

DOMANDE & RISPOSTE > Inaspettate e imprevedibili > 1° Parte

Prova orale ASL 7 Carbonia

La commissione esaminatrice rivolge al candidato questa domanda :
Procedure da attuare per la prevenzione della diffusione della scabbia negli operatori sanitari


SINTESI

La scabbia è una malattia infettiva della cute, altamente contagiosa, trasmessa per contatto, causata da un acaro (Sarcoptes scabiei), la cui penetrazione si evidenzia con papule, vescicole e piccoli cunicoli lineari contenenti gli acari e le loro uova.


Eziologia e ciclo biologico: La femmina gravida dell’acaro penetrata nella cute scava cunicoli (che si evidenziano con caratteristiche lesioni) e vi depone le uova. Dopo 2 – 3 giorni dalle uova hanno origine le larve.
Gli stadi successivi di sviluppo sino al parassita maturo non si verificano nei cunicoli ma sulla superficie cutanea; questo spiega l’elevata contagiosità della malattia.


Manifestazioni cliniche: Le lesioni si localizzano prevalentemente negli spazi interdigitali, superficie anteriore di gomito, ascelle, genitali, ombelico, ecc.. Il prurito è intenso soprattutto di notte e complicanze più frequenti sono le sovrainfezioni delle lesioni cutanee per le ferite da grattamento. Le lesioni corrispondono ai cunicoli ed al ricettacolo del parassita e permangono anche dopo che questi li ha abbandonati; sono importanti i fenomeni di ipersensibilità all’acaro ed alle sue deiezioni depositate nello strato corneo della cute. Nei soggetti immunocompromessi il quadro clinico può apparire diverso (Scabbia Norvegese), le complicanze sono più gravi e la diffusività della malattia è più elevata.


Modalità di trasmissione: Il trasferimento dei parassiti avviene per contatto diretto (cute-cute) oppure per contatto indiretto (cute-biancheria ed effetti letterecci) nel caso in cui gli oggetti siano stati contaminati da persona di recente infestazione.

Periodo d’incubazione: da 2 a 6 settimane in caso di persone non esposte in precedenza: da 1 a 4 giorni in caso di reinfezione.

Periodo di contagiosità: Fino a che gli acari e le uova non siano stati distrutti da adeguato trattamento. Possono essere necessari più cicli di trattamento eseguito ad intervelli di una settimana.

Provvedimenti nei confronti del malato: allontanamento da lavoro, scuola e comunità sino al giorno successivo all’inizio del trattamento. Per i soggetti ospedalizzati o istituzionalizzati attuare un isolamento da contatto per 24 ore dall’inizio del trattamento.

Provvedimenti nei confronti di contatti e conviventi: Sorveglianza clinica per la ricerca di altri casi di infestazione. Per coloro che hanno avuto contatto prolungato è indicato il trattamento profilattico. In caso di epidemie è indicato il trattamento profilattico dei contatti. Lenzuola, coperte, vestiti vanno lavati a macchina a

temperatura maggiore di 60°. Trattare con antiparassitari gli effetti prima di riutilizzarli.





SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE


La presente procedura vuole essere uno strumento per la gestione degli interventi da attuare negli operatori sanitari in caso di esposizione professionale a scabbia.

La procedura prevede l’illustrazione delle istruzioni operative da attuarsi sia in fase di prevenzione e profilassi (per il contenimento della diffusione della malattia) che in fase di sorveglianza sanitaria a seguito di contatto professionale di scabbia.


TERMINOLOGIA, ABBREVIAZIONI, SIMBOLOGIA

Coorte: Sistemazione spaziale per medesima condizione patologica

D.P.I: Dispositivo di protezione Individuale

Fonte di infezione: soggetto affetto da scabbia

I.C.I: Infermiere addetto al controllo ed alla sorveglianza delle infezioni ospedaliere

Trasmissione: contatto diretto o mediato dai veicoli

Veicoli di infezione: indumenti, biancheria personale, effetti letterecci




Cenni clinici ed epidemiologici

La scabbia è una dermatosi parassitaria provocata dall’acaro Sarcoptes scabiei, piccolo artropode che misura 0,40 x 0,25mm; non comporta rischi per la vita, ma il prurito grave e persistente e le infezioni secondarie possono essere invalidanti.
L'acaro della scabbia è un
parassita umano obbligato: il suo ospite naturale è cioè l'uomo, al di fuori del quale sopravvive solo pochi giorni specie a temperature inferiori ai 20°.
Il ciclo biologico del parassita, da uovo a larva ad individuo adulto, si compie in circa 20 giorni.
Il contagio è prevalentemente interumano diretto (stretto contatto: dormire nello stesso letto; rapporti sessuali) più raro il contagio indiretto (contatto con indumenti, lenzuola, bagni usati dalla persona infetta).

In ambito ospedaliero il rischio di contagio è limitato al personale di cura e assistenza tramite contatto diretto o più raramente indiretto (letterecci) con malati in condizioni igieniche precarie

(anziani, immunodepressi, persone senza fissa dimora, extracomunitari).
Il periodo di incubazione dura da pochi giorni ad alcune settimane.
Dal punto di vista epidemiologico la scabbia è ubiquitaria e la sua diffusione ha un andamento ciclico con epidemie più o meno circoscritte.
L’aumento dell’incidenza dei casi di scabbia sembra correlabile ad alcuni fatti:

l’allungamento della vita spesso non associato ad un parallelo aumento della sua qualità (solitudine, degenza in case di riposo, condizioni igieniche scadenti) ;nelle persone anziane, debilitate immunocompromesse, si può verificare la cosiddetta scabbia norvegese, forma rara ma non eccezionale, atipica dal punto di vista clinico, caratterizzata da un'estrema abbondanza di acari a livello delle lesioni, alta contagiosità e, proprio per l'atipia del quadro clinico, può condurre a vere e proprie epidemie negli ambienti in cui si verifica.

aumento di incidenza di patologie associate a stati di immunodeficienza (neoplasie, infezioni da HIV, trapianti d’organo);’uso estremamente diffuso e spesso incongruo, di cortisonici topici che determina una immunosoppressione localizzata.


RESPONSABILITA’
Le responsabilità per la gestione delle attività fanno carico ai soggetti indicati nelle varie sezioni della procedura.





MODALITA’ OPERATIVE

Sintomatologia

La sintomatologia della scabbia è rappresentata dal prurito e dalle manifestazioni cutanee; il prurito è intenso, generalizzato (ma con risparmio di alcune sedi) e prevalentemente notturno.
Si ritiene che l’imponente proliferazione dei parassiti, in taluni casi, sia legata ad una inibizione dello stimolo del prurito e di conseguenza del grattamento; (proprio il grattamento sembra avere un ruolo determinante nell’eliminazione degli acari).
L'eruzione cutanea è costituita da lesioni patognomoniche (cunicoli scabbiosi, ed in minor misura le vescicole perlacee) ed altre lesioni, più spesso da grattamento (papule, noduli, escoriazioni e croste).
La localizzazione delle lesioni è caratteristica: superfici laterali delle dita e spazi interdigitali, regioni flessorie dei polsi ed estensorie dei gomiti, pilastri ascellari, ombelico, glutei, genitali nell'uomo, capezzoli ed areole mammarie nelle donne. Il capo ed il collo, le palme delle mani e la pianta dei piedi sono generalmente risparmiate.
La scabbia non compromette lo stato generale ma se non trattata persiste cronicamente. Le eventuali complicanze sono rappresentate dalla sovrapposizione batterica legata al grattamento, o dalle eczematizzazione talora dovuta all'uso prolungato di farmaci antiscabbia.
Le infezioni da scabbia nosocomiali riguardano numerosi reparti: unità di cure intensive, riabilitazione, unità per la degenza a lungo termine, pronto soccorso, dialisi, lavanderie (CDC, 1998).
Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento dei casi di scabbia nei pazienti immunocompromessi (in particolare affetti da HIV), con numerosi casi di trasmissione al personale sanitario, pazienti e familiari.
L’infezione nosocomiale da scabbia avviene per contatto cutaneo con persone affette da tale malattia (anche per breve periodo), specialmente durante i seguenti compiti che richiedono la cura del paziente: bagno, trasporto, applicazioni di lozioni al corpo.
La trasmissione per contatto casuale non avviene frequentemente (es. tenere le mani del paziente, toccare vestiti o lenzuola)
La corretta applicazione delle misure di prolassi igieniche ed ambientali da parte del personale che assiste i paziente affetti da scabbia (o sospetti) può ridurre il rischio di trasmissione di infezione in maniera significativa.















Terapia e Profilassi Antiparassitaria



E’ esclusivamente locale; se ben condotta permette di ottenere la guarigione in pochi giorni.Manca uno schema di trattamento standardizzato.
Da numerosi studi pubblicati in letteratura, risulta che il farmaco topico più efficace e meglio tollerato per il trattamento della scabbia è la
permetrina (Nix crema liquida 5%) che si può utilizzare anche sui bambini e sulle donne in gravidanza o allattamento senza rischio di tossicità perché il farmaco non è assorbito dalla cute. Dopo un bagno caldo ed una energica spazzolatura delle lesioni al fine di aprire i cunicoli, si applica il medicamento su tutta la superficie del corpo, capo e collo esclusi. Tale farmaco va applicato la sera, per due sere consecutive, lasciato per tutta la notte e lavato con acqua e sapone il giorno successivo; può essere opportuno ripetere l’applicazione a distanza di 7 giorni. La finestra di 7 giorni ha lo scopo diaspettare la schiusa delle uova eventualmente sopravvissute al primo ciclo di terapia. La permetrina migliora significativamente la guarigione clinica e l’eliminazione del parassita.
Il Benzoato di benzile pomata al 25% (Skab 2 emulsione) è l’altro preparato topico in commercio utilizzato per il trattamento. Si applica sul corpo per 12 o 24 ore, per 2 cicli di 4 giorni intervallati da 7 giorni di pausa il benzoato deve essere diluito al 10% nei bambini. La terapia è efficace anche se è frequente causa di irritazione cutanea.
L’applicazione dei preparati antiscabbia va effettuata la sera, dopo un bagno caldo, se possibile dopo aver grattatole lesioni con uno spazzolino. La crema deve essere applicata su tutta la superficie cutanea esclusa la testa:”da dietro le orecchie fino alla punta dei piedi”, comprese le pieghe ascellari ed inguinali e lo spazio sotto le unghie.le unghie vanno tagliate corte lo spazio sub ungueale va spazzolato con cura in quanto fonte importante di diffusione dell’acaro col trattamento.
E’ opportuno trattare anche i soggetti che dormono assieme al paziente e le persone a stretto contatto o conviventi con l’ammalato, anche se apparentemente sani.
Il prurito può persistere anche per 2 settimane dopo la terapia. In caso di persistenza dei sintomi oltre tale periodo occorre considerare varie possibilità:
-il fallimento terapeutico per resistenza al farmaco o per errata applicazione dello stesso (occorre quindi ripetere il trattamento con un prodotto alternativo)
-la reinfestazione (dai conviventi o dalla biancheria non adeguatamente trattati)
-l'insorgenza di una dermatite allergica
-la cross-reazione con gli antigeni degli acari ambientali
-la presenza della scabbia crostosa o norvegese, che compare di solito nei soggetti immunodepressi o defedati ed è caratterizzata da una dermatite generalizzata desquamativa.

Misure Igieniche e di Profilassi


Il malato di scabbia deve essere trattato con apposita terapia ed isolato per almeno 24 ore dall'inizio del trattamento (cioè separato da tutte le altre persone ad eccezione di coloro che lo assistono).
Il degente deve essere collocato in camera singola dotata di servizi igienici. Se la camera singola non è disponibile, più degenti con la stessa patologia possono condividere la stessa stanza (coorte). La camera singola e le precauzioni da contatto devono essere APPLICATE PER ALMENO 24 ORE DALL’INIZIO DEL TRATTAMENTO.
Chi presta assistenza ai malati di scabbia certi/sospetti deve essere dotato di appositi DPI, ovvero guanti e camici monouso con manica lunga ed elastico sui polsi, da indossare sopra la divisa ordinaria.l'ambiente in generale non sono necessari interventi di disinfestazione, ma è indispensabile una accurata pulizia dei locali e degli arredi con i comuni detergenti. La detersione deve essere seguita da risciacquo ed asciugatura. Solo in rari casi può essere utile un intervento sull'ambiente, che comunque dovrebbe essere concordato con il servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ASL competente per territorio. parassita non può vivere più di 4 giorni al di fuori dell’ospite, ma la trasmissione attraverso gli indumenti e lenzuola si può verificare dopo intervalli più lunghi tramite le uova.biancheria personale e del letto, usata dal malato, deve essere trattata mediante lavaggio in lavatrice ad alte temperature (60°/70°) tutte le mattine per la durata del trattamento. La biancheria e gli effetti letterecci, che non possono subire questo trattamento, devono essere messi da parte, in confezione chiusa (es. in sacchetti di plastica), fino ad una settimana e poi lavati a secco. In ospedale il materasso ed il cuscino devono essere inviati in magazzino per il lavaggio e la sterilizzazione: il materasso e cuscino vengono etichettati in modo evidente per riconoscerli dagli altri.disinfestare la casa (materassi, divani, poltrone e pavimenti) è consigliabile l’uso di strumenti a getto di vapore ad alta temperatura (es: vaporella).DI
NOTIFICA: Nel caso di riscontro in reparto di sospetta/accertata patologia, l’Unità Operativa deve inviare segnalazione (Allegato D):
alla Dirigenza Medica e all’ICI qualsiasi contatto potenzialmente contaminante verificatosi tra i pazienti ed il relativo elenco nominativo; al Servizio Sorveglianza Sanitaria qualsiasi contatto potenzialmente contaminante verificatosi tra pazienti ed operatori [personale dipendente, addetti pulizie, personale in formazione (Studenti Corso Laurea
Infermieristica, OSS, Medici tirocinanti, etc.)] ed il relativo elenco nominativo;
- al Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP) qualsiasi contatto potenzialmente contaminante verificatosi tra i pazienti e i familiari, i visitatori o altro personale, compreso il relativo elenco nominativo.
IDENTIFICAZIONE DEL TIPO DI ISOLAMENTO DA ATTUARE
La malattia ha una trasmissione per contatto diretto (cute-cute) e/o indiretto (cute-effetti letterecci infestati da
acari), pertanto devono essere applicate le Precauzioni Standard e le Precauzioni aggiuntive per le
patologie trasmissibili per contatto. Applicare sulla porta della stanza il cartello limitatore con indicate le

precauzioni da contatto (“C”) da adottare (codifica colore FUCSIA). Eventualmente scegliere una diversa
modalità di identificazione del locale e di segnalazione delle precauzioni necessarie (simbolo di divieto, ecc.)
GUANTI E LAVAGGIO DELLE MANI
Guanti monouso non sterili devono essere indossati in caso di diretto contatto con il paziente o con
materiale potenzialmente contaminato (es. effetti letterecci). Dopo l’uso i guanti devono essere
immediatamente eliminati prima di uscire dalla stanza del degente. Dopo la rimozione dei guanti effettuare
lavaggio antisettico o con soluzione alcolica delle mani.
TUTA INTEGRALE PROTETTIVA
Indossare la tuta protettiva se si prevede un contatto diretto con il paziente, o superfici potenzialmente
contaminate. In alternativa camici idrorepellenti, copricapo, calzari. Tutto il materiale va eliminato nei
contenitori per rifiuti infetti, prima di uscire dalla stanza del paziente. Non utilizzare maglioni in lana ed
indossare il copricapo durante la manipolazione di effetti letterecci (es. rifacimento del letto).

TRASPORTO DEL DEGENTE
Limitare gli spostamenti ed il trasporto del degente ai soli casi assolutamente indispensabili. In queste
circostanze è necessario:

- informare gli addetti al trasporto ed il personale della struttura presso la quale viene trasferito.
- assicurarsi che vengano mantenute le precauzioni volte a prevenire la trasmissione degli acari ad altri
degenti e la contaminazione dell’ambiente e delle attrezzature.
- eventuali lesioni cutanee devono essere coperte con medicazioni sterili

ATTREZZATURE PER L’ASSISTENZA AL DEGENTE

Quando è possibile, assegnare al singolo degente dispositivi e articoli non critici (es. sfigmomanometro,
fonendoscopio, termometro, ecc.); qualora tale situazione non possa realizzarsi, è necessario trattare
adeguatamente il materiale, prima dell’uso su un altro degente.

Nel caso, ad esempio, dello sfigmomanometro, utilizzare un manicotto in TNT monouso

(fornitura da
richiedere al Servizio Economato-Provveditorato) per coprire il braccio del paziente ed evitare, in questo
modo, il contatto diretto del manicotto dello sfigmomanometro con la cute del soggetto. Nel caso di
utilizzo di presidi non monouso prima dell’utilizzo su altri pazienti lavarli con acqua e sapone e
procedere a disinfezione con soluzione di cloroderivati pari a 1000 ppm (Antisapril al 5 %).

EFFETTI LETTERECCI E BIANCHERIA

Eseguire il rifacimento del letto due volte al giorno evitando di scuotere la biancheria per limitare la
dispersione aerea di squame e parassiti; possibilmente utilizzare effetti letterecci monouso.

Nel caso di utilizzo di biancheria in tessuto seguire le istruzioni seguenti:

- Alla dimissione del paziente inserire guanciale e materasso immediatamente nel sacco apposito
biodegradabile + sacco esterno in plastica di colore rosso, - spruzzare all’interno del sacco della
biancheria un prodotto a base di piretro, Il sacco deve essere tenuto chiuso almeno 24 ore prima di
inviarlo al servizio di lavanderia.
- E’ consigliabile l’uso di biancheria personale di cotone (lavabile a 60° - 90°C).
- Evitare di far indossare al paziente golfini o indumenti di lana.
- Non lasciare nel comodino e negli armadi indumenti usati.
- Nell’impossibilità di trattare gli indumenti in lana, per evitare reinfezioni, lasciarli separati dagli altri,

MEDICAZIONI

Qualsiasi lesione deve essere protetta da contaminazione da acari. Se la lesione dovesse

scoprirsi,
provvedere all’immediata rimozione e sostituzione della medicazione.
Ove possibile, trattare e coprire le lesioni da grattamento per evitare sovrainfezioni.


CAMPIONI BIOLOGICI

Impiegare metodi sicuri di raccolta dei campioni, soprattutto qualora si tratti di prelievi ottenuti per
scarificazione della cute.
Trasportare i campioni con i guanti e con gli adeguati sistemi interni (contenitore rigido più sacchetto
interno).



ELIMINAZIONE DEI RIFIUTI

Posizionare all’interno della camera di degenza un contenitore per i “RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO” dove eliminare direttamente tutto il materiale non riutilizzabile venuto a contatto con il paziente

PULIZIA AMBIENTALE

La sanificazione e la disinfezione giornaliera della camera vanno eseguite DOPO la pulizia delle altre
camere di degenza come segue:

a. Indossare i DPI necessari (copricapo + camice monouso o tuta integrale, guanti non sterili monouso)
b. Aerare la camera
c. Scopare ad umido
d. Lavare il pavimento con detergente
e. Disinfettare il pavimento con Clorossidante Elettrolitico (ANTISAPRIL 2% - Candeggina) da impiegare su
superfici asciutte.
f. Detergere e disinfettare con Clorossidante Elettrolitico (ANTISAPRIL 2% - Candeggina) l’unità del
malato.


g. Praticare disinfestazione una volta al giorno della camera del paziente con spray a base di Piretro (spruzzandolo in particolare lungo il perimetro e negli angoli del locale).

- Tutto il materiale utilizzato per la pulizia deve rimanere nella camera e deve essere accuratamente lavato e disinfettato dopo l’uso.

- Qualora la pulizia sia appaltata formare gli operatori esterni sulle corrette modalità di comportamento e vigilare sull’adozione delle stesse.
PRECAUZIONI ALLA DIMISSIONE:

- Inviare al servizio di lavanderia i materassi, i cuscini e le coperte utilizzate, trattati con piretro e chiusi in
sacchi in plastica per 24 ore.

- Eseguire pulizia a fondo e disinfezione della camera ponendo particolare attenzione a tavolini, sedie
sostegni per fleboclisi, ruote dei letti, ecc.

- Eseguire tutte le sopraindicate manovre con le adeguate protezioni (guanti, tuta, copricapo, ecc.).

- Eliminare tutti i DPI, al termine delle operazioni di pulizia, nei CONTENITORI PER RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO.

EDUCAZIONE SANITARIA:
DEGENTE:
istruire il malato sulle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione degli acari ad
altri degenti o all’ambiente.

VISITATORI: regolamentare l’accesso dei visitatori ed informarli sulle norme igieniche da osservare
durante l’incontro con il degente e nella gestione dei suoi effetti personali.
Invitare i conviventi ed i contatti stretti a consultare il Medico di Medicina Generale o il Servizio Igiene e
Sanità Pubblica per un eventuale trattamento.


TRATTAMENTO PROFILATTICO DEI CONTATTI














Coloro che hanno avuto contatto stretto (cute-cute) o nei 40 giorni precedenti la diagnosi, contatto diretto prolungato con il paziente, senza l’utilizzo di guanti e camice monouso (es. aiuto del paziente per igiene personale, rifacimento del letto, rilievo della pressione, ecc..) dovrebbero essere trattati con preparazione a base di BENZIL BENZOATO al 20% o con EURAX 10% crema. Tale trattamento ha una durata totale di un solo giorno. Non è indicato il trattamento dei conviventi e contatti dei lavoratori. Trattare con le medesime modalità i pazienti che hanno condiviso lo stesso locale prima di separarli spazialmente. Registrare il trattamento nella cartella clinica.
Il trattamento va richiesto al Servizio Farmacia e distribuito agli operatori [personale dipendente, addetti pulizie, personale in formazione (Studenti Corso Laurea Infermieristica, OSS, Medici tirocinanti, etc.)] che firmano l’elenco per ricevuta.
Consultare l’SPP ed il Servizio Sorveglianza Sanitaria per condurre una valutazione congiunta specifica per ogni singolo evento.
Evitare, durante il servizio, l’utilizzo di golfini in lana, nonché lo scambio degli stessi, lasciarli separati dagli altri, chiusi in sacchi in plastica. Non indossarli per almeno 7 giorni.


IMPOSTAZIONE DI UN ISOLAMENTO DA CONTATTO PER PAZIENTI
AFFETTI DA SCABBIA FERMATI e RIFLETTI


1 Collocazione del paziente
2 Notifica
3 Impostazione dell'isolam ento
4 Lavaggio delle m ani e guanti
5 Tuta integrale protettiva
6 Trattam ento del paziente
7 Trasporto del paziente
8 Attrezzature per l'assistenza del paziente
9 Effetti letterecci e biancheria
10 Medicazioni
11 Cam pioni biologici
12 Eliminazione dei rifiuti
13 Pulizia ambientale
14 Precauzioni alla dim issione
15 Educazione sanitaria

PROCEDURA DA ATTUARE IN PRESENZA DI CONTATTO PROFESSIONALE CON CASI DI SCABBIA NOSOCOMIALE


La presenza di un caso di scabbia tra i pazienti degenti presso una qualsiasi U.O./Servizio è soggetta all'obbligo di denuncia e va immediatamente segnalata, da parte del Responsabile del reparto/servizio, alla Direzione Sanitaria/Ufficio Epidemiologico del Presidio Ospedaliero secondo la nuova procedura di segnalazione di malattia infettiva La Direzione Sanitaria, a sua volta, trasmetterà la comunicazione alla Unità di Medicina del Lavoro unitamente all'elenco dei contatti professionali.ricevimento della segnalazione l'Unità di Medicina Occupazionale ed Ambientale convocherà immediatamente il Responsabile Infermieristico del reparto interessato e darà le indicazioni specifiche circa gli interventi di profilassi da attuare per i contatti professionali (sorveglianza sanitaria da parte del Medico Competente; cure igieniche personali ed eventuale terapia locale). Coloro che fossero venuti in contatto professionale con un caso di scabbia potranno anche essere sottoposti, a scopo preventivo, a terapia profilattica locale con permetrina, dopo la valutazione del caso tra Medico Competente e dermatologo.à di Medicina Occupazionale ed Ambientale inoltre, nei giorni successivi, invierà l'elenco nominativo di tutti i contatti segnalati, all'ASL di competenza specificando coloro che, dopo visita del Medico Competente, sono stati inviati al Dermatologo e sottoposti a terapia (locale) e coloro che verranno invece sottoposti a sorveglianza sanitaria a cura del Medico Competente (per circa 45 giorni susseguenti al contatto).tutti i casi, qualora nei tempi compatibili con il periodo di incubazione, circa 6 settimane, si manifestino sintomi e lesioni cutanee patognomoniche di scabbia (prurito prevalentemente notturno, lesioni canalicolari ed in minor misura vescicolari grigiastre sulla cute degli arti (in particolare faccia flessoria del polso, pieghe interdigitali), del tronco (ascelle, areole mammarie, glutei, cosce) e lesioni da grattamento (papule, noduli, escoriazioni e croste), il soggetto dovrà essere inviato tempestivamente, da parte del responsabile del reparto, a visita presso l'Unità di Medicina Occupazionale ed Ambientale.à di Medicina Occupazionale ed Ambientale, qualora in seguito a visita medica sospetti un caso di scabbia, invierà il dipendente a visita dermatologica per l’effettuazione dei controlli diagnostici e preventivi (visita ed eventuale esame microscopico) e delle indicazioni terapeutiche del caso.questo caso è compito del dermatologo inviare alla D.S. la denuncia di malattia infettiva; è compito invece del Medico di Medicina Occupazionale ed Ambientale compilare il 1° certificato medico di infortunio da consegnare all’ Ufficio Gestione del Personale (prognosi 2 gg).termine del periodo di incubazione, (6 settimane), da parte dell'Unità di Medicina Occupazionale ed Ambientale verrà inviata all' ASL di competenza le conclusioni della sorveglianza sanitaria e la comunicazione degli eventuali casi di contagio.








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