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Procedure di evacuazione dei degenti in caso di incendio

Procedure OSS > Bisogno di sicurezza e di comfort

PIANO OSPEDALIERO DI EVACUAZIONE

Il piano di evacuazione rappresenta una parte importante del piano di emergenza, in esso vengono esplicitate le misure adottate (in fase preventiva e di progetto) e tutti i comportamenti da attuare (in fase di emergenza) per garantire la completa e sicura evacuazione delle persone minacciate.
Costituisce dunque il documento operativo che, evidenziando le situazioni di emergenza che possono verificarsi nell'ospedale:
- individua l'organizzazione interna e le procedure che devono essere attuate; indica le azioni da compiere;
-assegna i ruoli ed i compiti per consentire l'evacuazione rapida e ordinata, rispettando le priorità.
L'evacuazione di un ospedale, per la particolare tipologia delle persone presenti (pazienti, personale e visitatori) richiede un notevole impegno organizzativo da parte dei responsabili delle gestioni delle emergenze. Inoltre in una struttura in cui è presente un' alta densità di persone, molte delle quali non autosufficienti e non deambulanti, è abbastanza frequente che si verifichino condizioni che potrebbero facilmente sfociare in situazioni di panico e di pericolo se non sono state predisposte adeguate Procedure Operative che preventivamente e dettagliatamente indichino le azioni da compiere nelle varie situazioni di emergenza.
La pianificazione delle operazioni da compiere è inoltre di fondamentale importanza in quanto in ogni situazione di pericolo reale o presunto si evidenzia uno stato di iperemotività, che, se non controllato, si trasforma in panico.
II panico, provocando alterazione dei comportamenti e reazioni irrazionali, può dar luogo a manifestazioni che costituiscono di per sé elemento di pericolo e possono provocare rischi indotti ben più gravi dell'evento stesso come:
• l’istinto di coinvolgere gli altri nell'ansia, con invocazioni di aiuto, grida ed atti inconsulti;
• l’istinto alla fuga, in cui predomina l'autodifesa, anche violenta (comportamento asociale e antisociale).

MODALITA' DI EVACUAZIONE

Nell'evacuazione dell'ospedale bisogna ipotizzare due situazioni distinte:
a) L'evacuazione parziale, ovvero il trasferimento dei degenti di uno o più reparti in una zona sicura (zona sicura nello stesso piano o zona sicure in altri piani);
b) L'evacuazione totale ovvero l'esodo dei degenti e del personale dell'intero ospedale verso luoghi sicuri all'esterno della struttura, denominati “punti di raccolta esterni”, identificati dalla cartellonistica di sicurezza e da un numero progressivo.
L'evacuazione, inoltre, può essere:
- Evacuazione orizzontale nel caso di un evento incidentale (quale un incendio) che determini l'evacuazione dei degenti direttamente minacciati da un compartimento ad un altro ubicato, considerato luogo sicuro, nell'ambito dello stesso piano del fabbricato;
- Evacuazione verticale se il trasferimento avviene tra piani diversi dell'edificio.
Di particolare rilevanza tenendo conto delle specifiche condizioni psicomotorie degli occupanti è l’esodo orizzontale progressivo per cui, qualora si verifichi un incendio in una data area che richieda 1'evacuazione dei pazienti direttamente minacciati dagli effetti dell'incendio, questi vengono evacuati, in prima istanza,
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spostandoli in un compartimento adiacente posto sullo stesso livello in grado di proteggerli dal pericolo immediato rappresentato dal fuoco e dal fumo. I pazienti possono restare in tale area fino a quando l'incendio non sia stato domato oppure attendere di essere nuovamente evacuati in un'altra area adiacente o ad un piano inferiore utilizzando i collegamenti verticali. Questa procedura consente di disporre del tempo sufficiente per evacuare i pazienti non in grado di camminare e quelli solo parzialmente autosufficienti.
Possiamo avere:
• Esodo orizzontale a piano terra: nel caso si è a piano terra ( strada, cortile) è opportuno evacuare le persone all’esterno dell’edificio e raccoglierle in idonee piazzole esterne, dove possono essere raggiunte dai mezzi di soccorso ( Sanitari, VV.FF., Protezione Civile).
• Esodo orizzontale a livelli superiori: bisogna dirigersi verso vie di esodo verticali o per le persone che non possono direttamente essere portate all’esterno, bisogna accompagnare i pazienti negli “ Spazi calmi” cioè luoghi sicuri statici all’interno dei quali far sostare le persone disabili in attesa di soccorso.

DEFINIZIONE DEI COMPITI

E' di fondamentale importanza per evitare che, nel momento dell'emergenza, ognuno si comporti secondo canoni propri, facendo cose già fatte da altri, tralasciando le molte altre azioni da compiere.
Tenuto conto della particolare articolazione del Policlinico per una migliore capacità di azione nel caso di eventi imprevisti a carattere di emergenza il piano di evacuazione generale già esistente deve essere adattato alle singole realtà secondo linee guida ben definite.
A tale proposito sono stati nominati e adeguatamente formati, per ogni singolo plesso, un congruo numero di Addetti all'incendio e alla gestione delle emergenze secondo quanto previsto per le strutture ad elevato rischio di incendio ai sensi del D.M. 10 Marzo 1998 e sono stati individuati tra questi i Coordinatori. L’elenco completo dei nominativi è allegato al piano di emergenza ed evacuazione di ciascun Plesso; inoltre i nominativi degli addetti alla gestione delle emergenze, con relativo recapito telefonico, sono riportati nei cartelli in cui vi sono le “istruzioni di sicurezza” ubicati in corrispondenza delle scale e delle vie di esodo.
1) è necessario che in ciascuna U.O. venga preventivamente inventariato il materiale necessario per il trasporto dei degenti non autosufficìenti (barelle, sedie a rotelle) e mantenuto sempre in un luogo ben definito, a conoscenza degli addetti all'emergenza.
2) il Coordinatore dell'emergenza dovrà indicare agli addetti all'emergenza e a tutto il personale presente il comportamento da tenere per la gestione dell’emergenza; se la necessìtà di intervento avviene in orari in cui non è richiesto il medìco di guardia le funzioni di coordinamento ricadono sul Responsabile dell'U.O. o su un suo sostituto.
3) il Coordinatore delle emergenze ha il compito di giudicare ed eventualmente impartire l’ordine di evacuazione dei degenti e del personale.
L'ordine di evacuazione deve essere, se possibile comunicato alla Direzione Sanitaria che provvederà ad allertare il 118, i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile.
4) nel caso di più UU.OO. presenti nel plesso il compito di coordinare le operazioni da intraprendere in caso di emergenze viene assunto dal Coordinatore delle emergenze o dal primo medico di guardia o Responsabile (o suo sostituto) dell'unità operativa direttamente interessata della situazione di emergenza.
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5) gli addetti all'emergenza e tutto il personale sanitario presente hanno il dovere di attenersi alle indicazioni dettate dal Coordinatore che si avvarrà, a sua discrezione, del personale opportunamente addestrato per il trasporto dei degenti non autosufficienti e/o di quello necessario per fare defluire i malati deambulanti o i visitatori verso le vie di fuga più adatte;
6) il personale incaricato dell'evacuazione dovrà indicare e seguire i percorsi dì sicurezza indicati dalla apposita segnaletica di sicurezza; non dovranno essere utilizzati per l’esodo gli ascensori in caso di incendio, di cedimenti strutturali e di interruzioni della corrente elettrica.
7) all'esterno di ciascun plesso, possibilmente nei pressi delle uscite principali, devono essere individuate aree protette di Attesa, in cui dovranno essere radunati tutti i degenti e il personale dell'U.O. solitamente, in attesa dell’individuazione di aree coperte più consone alle condizioni dei degenti.
8) considerata la turnazione del personale sanitario è indispensabile che tutti i lavoratori siano adeguatamente informati sulle procedure da attuare in caso di emergenza; tale informazione deve essere capillare per ciascuna U.O. e per ciascun Plesso.
10) è necessario, che si provveda periodicamente alla simulazione dell'evacuazione (almeno una volta all'anno) per mettere in pratica le procedure di evacuazione, nonché a riunioni di addestramento e di allenamento all'uso dei mezzi antincendio, dei dispositivi di protezione individuali, degli impianti di allarme e dei sistemi di comunicazione in situazioni di emergenza.
L'esercitazione deve essere condotta nella maniera più realistica possibile, senza tuttavia mettere in pericolo i partecipanti ed i presenti. Essa ha inizio dal momento in cui viene fatto scattare l'allarme e si conclude una volta raggiunto il punto di raccolta e fatto l'appello dei partecipanti.
Deve essere escluso dalle esercitazioni il personale la cui presenza è essenziale alla sicurezza dell'attività ed alla continuità delle prestazioni sanitarie.
Nelle strutture di grandi dimensioni, in genere, non dovrà essere messa in atto un'evacuazione simultanea dell'intera attività. In tali situazioni l'evacuazione da ogni specifica area del luogo di lavoro deve procedere fino ad un punto che possa garantire a tutto il personale di individuare il percorso fino ad un luogo sicuro.
Nelle strutture sanitarie, non potendo coinvolgere i degenti, è possibile procedere alle simulazioni sostituendo i pazienti ed i visitatori con volontari e predisponendo apposite cartelle mediche differenziate per tipologia e gravità di patologia. È consigliabile anche effettuare una serie di telefonate e chiamate al centro di gestione delle emergenze atte a verificare il rispetto delle procedure di comunica-zione interna ed esterna ed il carico di lavoro degli operatori.
Ogni esercitazione deve prevedere una successiva fase di verifica dei risultati enucleando le osservazioni utili ad eventuali ulteriori aggiornamenti delle proce-dure d'emergenza, della situazione impiantistica c/o della formazione del personale. La verifica permette anche un miglioramento continuo delle modalità di effettuazione delle esercitazioni.

SISTEMI DI ALLARME

Tutte le strutture sanitarie devono essere dotate di un sistema di segnalazione di allarme di tipo elettrico a pulsante manuale ubicati lungo i corridoi ed in prossimità delle scale, in grado di avvertire gli occupanti delle condizioni di pericolo, allo
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scopo di dare avvio sia alle procedure di emergenza che alle eventuali operazioni di evacuazione.
Tutte le informazioni dovranno convergere ad un posto sempre presidiato “centro di gestione delle emergenze” che può coincidere con il locale portineria comunque sempre presidiato.
La diffusione degli allarmi sonori, deve avvenire tramite impianto ad altoparlanti.
Nelle strutture non ancora dotate di un sistema di segnalazione d’allarme di tipo elettrico, chiunque rilevi una situazione d’emergenza, laddove egli stesso non possa fronteggiare l’evento, è tenuto ad avvisare a voce l’addetto all’emergenza più vicino i cui riferimenti telefonici debbono essere facilmente rintracciabili dagli appositi cartelli “Norme di istruzioni” affissi vicino le planimetrie dei locali o al medico di guardia dell’U.O. L’addetto informato avrà cura di raccordarsi con gli altri addetti nei vari piani per una eventuale procedura d’emergenza. Solo il coordinatore delle emergenze potrà impartire l’ordine di evacuazione dei degenti e del personale stabilendo se essa dovrà essere parziale o tatale. L’ordine di evacuazione deve essere, se possibile, comunicato alla Direzione Sanitaria che provvederà ad allertare il 118, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile.
Non appena la struttura verrà fornita del suddetto sistema di segnalazione, le procedure dovranno attenersi a quanto segue:
Chiunque rilevi una situazione di emergenza deve dare l’allarme tramite il pulsante di allarme più vicino.
Il segnale di allarme arriva al posto fisso presidiato, da qui l’addetto alla gestione delle emergenze allerta il coordinatore e contemporaneamente l’addetto del piano per valutare la gravità dell’evento.
Valutata la gravità dell’emergenza, il coordinatore, qualora fosse necessario, darà disposizioni per dare il segnale di stato di allerta o di evacuazione.
I pulsanti di allarme, che saranno posizionati negli stessi punti in tutti i piani, permetterranno di attivare i segnalatori acustici.
La procedura di allarme deve essere a fasi successive per l’evacuazione progressiva dell’immobile secondo le modalità di seguito riportate:

Fase

Tipo di segnalazione
Comportamento ed azione da seguire
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Il suono intermittente (ad intervalli di tempo prestabiliti) della sirena, che segnala la presenza di un incendio o di altra emergenza, allertando i presenti.
(Il numero degli intervalli e loro durata dovranno essere verificati a seguito delle esercitazioni che devono essere previste).
Disinserire tutte le attrezzature elettriche presenti nei locali;
chiudere le finestre;
restare in attesa di istruzioni che saranno impartite con appositi segnali di allarme.
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Il suono continuo della sirena segnala l’obbligo di evacuazione.
Disinserire tutte le attrezzature elettriche del presenti nei locali;
chiudere le finestre;
dare opportuna assistenza al personale che si trova in difficoltà a scendere le scale;
accompagnare l’eventuale

FUNZIONAMENTO IMPIANTI

Il corretto funzionamento degli impianti tecnologici, anche in caso di emergenza, é affidato all’Area Gestione Tecnica e Logistica ed il compito viene espletato dall'idraulico e dall'elettricista di turno.
A seconda dei casi potrà essere necessario disattivare, in aree più o meno estese:
.. l'impianto elettrico (prima di usare acqua nello spegnimento)
.. l'erogazione dell'Ossigeno
.. l'erogazione del metano.
Data la difficoltà di attuazione di queste operazioni (per es. potrebbe entrare in funzione la linea privilegiata collegata con i generatori di continuità), tali compiti vengono espletati dall'idraulico o elettricista di turno, comunque previa ìnformazione al Coordinatore Sanitario dei Soccorsi (H.D.M.) o all'Ufficiale dei Vigili del Fuoco, date le gravi conseguenze che queste disattivazioni possono avere sui ricoverati, se attuate rapidamente e senza predisporre idonee contromisure a protezione dei pazienti interessati.

SQUADRA EVACUAZIONE PAZIENTI (S.E.P.)

L’evenienza di trasportare o semplicemente assistere disabili in caso di emergenza richiede metodiche e comportamenti specifici ed appropriati da parte dei soccorritori.Quando viene emanato l'ordine di evacuazione di un reparto, viene allertata la squadra addetta a trasportare i degenti non deambulanti e a guidare quelli autosufficienti verso i luoghi sicuri, in attesa dell'arrivo dei Vigili del Fuoco.
La squadra, definita S.E.P. (Squadra Evacuazione Pazienti) é composta dagli infermiere di reparto (cominciando dai reparti più lontani dall'evento), dai Medici dei reparti non interessati dall'incendio, e dai Tecnici in servizio, lasciando nei Reparti e Servizi solo il personale indispensabile alla sicurezza dei pazienti ed al funzionamento delle attrezzature.
Il comando della S.E.P. spetta al medico di guardia che avrà la funzione di Coordinatore Sanitario dei Soccorsi coadiuvato dall'Infermiere più esperto componente della Squadra di Primo Intervento.
Procedure di intervento della S.E.P.
Gli operatori che compongono la S.E.P recuperano il materiale per l'evacuazione -(teli portaferiti e barelle campali) dal deposito dove è immagazzinato e lo trasportano nel reparto in cui si è verificato l'evento.
In caso di evento gravemente evolutivo, in cui non è possibile recuperare il materiale anzidetto, occorrerà utilizzare materiale di fortuna per trasportare i pazienti allettati e cioè lenzuola, coperte, sedie o quant'altro si renda utile per spostare i degenti in un'area sicura.
Successivamente potranno essere utilizzate le barelle o i teli recuperati.
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In attesa dei Vigili del Fuoco, se occorre operare in sicurezza (locali invasi dal fumo o a rischio) solo il personale della Squadra di Primo Intervento é autorizzato ad intervenire, previo equipaggiamento con materiale di protezione (autorespiratori, tuta, stivali, guanti, corda, lampada).
LUOGHI SICURI
Nel caso in cui venga diramato l'ordine di evacuazione si devono raggiungere i luoghi in cui si può stazionare in sicurezza in attesa che gli operatori spengano l'incendio o che si attui la successiva evacuazione dell'edificio.
Di norma è sufficiente trasportare i degenti:
a) nell'ala opposta del reparto stesso;
b) in un reparto situato almeno due piani sotto l'incendio;
c) in locali distanti da quello in cui si è verificato il sinistro (se l'evento è imponente e non controllabile);
d) in caso di evacuazione totale della struttura, in un'area protetta di attesa situata all'esterno dell'ospedale (luogo di raccolta), identificata in fase di allestimento dei Piani.

ATTIVITA INFORMATIVA ED ADDESTRATIVA

In caso di pericolo, l'informazione agli utenti è di fondamentale importanza.
Per evitare il panico collettivo, cioè la paura intensa avvertita da tutti a seguito di un evento improvviso che si traduce in fuga disorganizzata, occorrono misure che permettano di controllare le reazioni individuali; a tale proposito è importante:
• fornire informazioni concise e regolari (utilizzando anche megafoni o altoparlanti);
• indicare il comportamento da tenere e le eventuali misure precauzionali da attuare;
• utilizzare tutti i soggetti validi, indirizzandoli a compiti di assistenza (visitatori o degenti in grado di aiutare altri ricoverati);
•smentire categoricamente le "false voci"
E’ opportuno che vengano diffusi messaggi per informare gli utenti, soprattutto quelli non in grado di muoversi autonomamente, sul tipo di emergenza in corso e che non saranno lasciati soli in quanto la struttura reagirà in tempi brevi e correttamente.

SEGNALETICA DI SICUREZZA

La segnaletica di sicurezza ha lo scopo di evidenziare le scelte effettuate nel piano di evacuazione per far fronte alle situazioni di emergenza.
Un adeguato posizionamento dei segnali indicanti i percorsi d’esodo contribuisce, in caso di emergenza, a diminuire l’ansia ed il panico;. risulta quindi di fondamentale importanza che le uscite siano chiaramente indicate e siano visibili anche quando la zona è occupata. Nel caso in cui la visione diretta non è possibile, si rende necessario utilizzare uno o più segnali direzionali, meglio se illuminati, per facilitare il deflusso delle persone verso le uscite di emergenza.
La segnaletica di sicurezza deve essere conforme al D.Lgs. 14/08/1996 n. 493 e ha lo scopo di attirare in modo rapido e facilmente comprensibile l’attenzione su oggetti e situazioni che possono provocare determinati pericoli, ed in particolare:
.. Vietare comportamenti pericolosi;
.. Avvertire la presenza di un rischio o di un pericolo per le persone esposte;
.. Fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza e ai mezzi di soccorso o di salvataggio;
.. Prescrivere comportamenti sicuri ai fini della sicurezza.
Oltre alla segnaletica di sicurezza, in ciascun piano della struttura sanitaria, in prossimità degli accessi, lungo i corridoi, nei vani scala, nelle aree di sosta devono essere esposte bene in vista precise le “istruzioni di sicurezza” per il personale e per il pubblico in caso di emergenza, corredate da planimetrie del piano che devono indicare la posizione delle scale e delle vie di esodo, dei dispositivi di arresto degli impianti tecnologici nonchè dei principali presidi di sicurezza
Le “istruzioni di sicurezza” sono riportate in cartelli in cui le informazioni risultano facilmente leggibili e comprensibili e hanno lo scopo di informare gli utenti, soprattutto quelli non in grado di muoversi autonomamente, che in caso di emergenza, non saranno lasciati soli, ma che il personale della struttura appositamente formato reagirà in tempi brevi e con cognizione di causa.
In ogni cartello sono riportati:
1) I numeri di telefono utili in caso di emergenza (Vigili del fuoco, Soccorso sanitario, Carabinieri, Polizia), nonché i numeri degli Addetti alla gestione delle emergenze;
2) Le procedure ed i comportamenti a cui attenersi in caso di emergenza.

COLLABORAZIONE DEI DEGENTI E DEI VISITATORI

Occorre prevedere che, in caso di emergenza, il personale non sarà sempre in numero sufficiente per assolvere tutti i compiti.
Pertanto occorrerà utilizzare in modo proficuo l'aiuto che possono dare i degenti autosufficienti ed i visitatori.
Ciò realizza due obiettivi:
1) evitare che un degente valido si senta inutilizzato (coscienza civile), e che abbia il tempo di pensare al pericolo (coscienza del pericolo)
2) utilizzare le capacità di ogni singolo degente valido (capacità di tranquillizzare gli altri, possibile aiuto nelle operazioni di evacuazione, supporto alle operazioni non faticose come il recuperare le cartelle cliniche, ecc.).
Naturalmente, il personale del reparto, conoscendo la patologia del degente, potrà valutare le reali possibilità di aiuto che quel paziente può fornire.
All'inizio dell'emergenza l'Infermiere, il Medico di reparto o un adetto alla gestione delle emergenze riunirà. tutti i degenti validi a tale scopo e illustrerà loro, brevemente, le fasi ed i percorsi dell'evacuazione.
Occorrerà parlare loro chiaramente e con calma, al fine di fugare gli ovvi timori, assegnando a ciascuno di loro un compito specifico (aiutare altri degenti, recuperare del materiale, tenere aperte le porte di uscita).
In questo modo, sarà possibile ridurre il panico, smentendo le false voci di pericolo, che sicuramente circoleranno nella fase critica dell'emergenza.
Altrettanto utile sarà l'evidente presenza di un "Coordinatore" che si prenderà cura dei degenti, sia esso un Infermiere del reparto, che un componente delle Squadre di Emergenza.
Quanto esposto prevede una corretta attività addestrativa.
Lo scopo di tale attività è quello di:
• verificare periodicamente la funzionalità del Piano per correggerne gli errori o le disfunzioni.
• mantenere il personale addestrato, ricordandone i compiti specifici.
• sensibilizzare il personale dell'ospedale sulle problematiche della sicurezza.

TECNICHE DI EVACUAZIONE DELLE PERSONA DISABILI

Nella gestione di un Piano di Evacuazione Ospedaliera occorre ricordare che il personale che dovrà evacuare i degenti in pericolo é sempre presente in numero esiguo rispetto alle necessità.
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Occorre pertanto conoscere, adeguare gli interventi e standardizzarli per ottimizzare le risorse disponibili.
Quando non ò possibile utilizzare i mezzi di trasporto tradizionali, come carrozzine, barelle o letti, le tecniche di evacuazione prevedono interventi ad un soccorritore o a più soccorritori, differenziando le possibilità di collaborazione dei vari degenti da evacuare in base alla loro patologia.
Occorre ricordare ché:
a) i degenti che devono essere sollevati, devono essere prima spostati verso il bordo del letto,
b) se intervengono più soccorritori, il più esperto di loro assumerà il ruolo di Leader e dirigerà le operazioni
c) le tecniche di trasporto devono essere conosciute e provate più volte.
Semplice accompagnamento (con 1 o 2 soccorritori)
Paziente collaborante ma non del tutto autosufficiente.
Tecnica ad un soccorritore: lo si afferra al polso, facendosi passare il braccio sul collo, quindi, cingendogli la vita, lo si trasporta. rapidamente in zona di sicurezza. Questa tecnica può essere effettuata anche da due soccorritori.
Trasporto sul dorso con partenza dal letto (con 1 soccorritore)
Facendo sedere il paziente sul bordo del letto con le gambe divaricate, il soccorritore gli si porrà davanti consentendo di adagiarglisi sul dorso. Quindi, afferratolo per le gambe, ci si allontanerà.
In alternativa si può usare la tecnica a "sacco di farina" ove la presa si effettua frontalmente.
Presa "a seggiolino" (con 2 soccorritori)
Può essere 'effettuata solo da due soccorritori, che sostengono il paziente formando con le braccia lo "schienale" e la base d'appoggio. In particolare la tecnica richiede che i soccorritori si afferrino reciprocamente e saldamente i polsi. Il paziente, se in grado, dovrà appoggiare le braccia sulle spalle (attorno al collo) dei soccorritori.
Anche in questo caso il trasporto richiede due soccorritori, e prevede il trasporto del paziente non collaborante
Mentre: un soccorritore -solleva le gambe del paziente l'altro lo afferra alle spalle facendogli passare le proprie braccia -sotto. .le ascelle, e afferrandolo per gli avambracci si garantisce una presa più: efficace.
Paziente con trauma e non collaborante.
I due soccorritori devono tenere in allineamento la colonna vertebrale
Partendo dal letto, il soccorritore solleva il paziente posteriormente,. facendo passare le mani sotto -le ascelle e afferrandogli gli avambracci procede all'indietro. Questa tecnica è adatta per un rapido allontanamento.
Utilizzo di lenzuolo o copriletto
Per il trasporto di pazienti che presentano particolari problemi di peso, o nel caso di percorsi lunghi, è indicato l'uso di lenzuola o copriletto (il secondo è più resistente). Questi presidi sono facilmente reperibili, poiché si devono utilizzare gli stessi che si trovano sul letto della persona da trasportare.
Procedimento: rimuovere il copriletto del paziente e posizionarlo per terra, a fianco al letto, quindi sollevare il paziente e adagiarlo nel copriletto, avendo cura di chiudere questo dalla parte dei piedi, fatto ciò, guadagnare la più vicina zona di sicurezza.
Evacuazione con materasso
Tecnica particolarmente adatta presenza di scale o nel caso il paziente non sia trasportabile in diverso modo.
Dopo aver posizionato il copriletto per terra, vi si adagiano sopra il materasso ed il paziente; si trascina via il tutto facendo scivolare il ' copriletto.
Giunti presso le scale, se il trasporto è effettuato da un soccorritore, questo si deve portare dalla parte dei piedi e cominciare là discesa controllando che il paziente non scivoli dal materasso.
Se il trasporto è effettuato da due soccorritori sarà invece possibile controllare entrambe le estremità del materasso.




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